Arsenico e vecchi merletti al Teatro Quirino

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Un importante cast composto con grande maestria e consumata esperienza dal regista di punta e direttore artistico del Teatro Quirino, Geppy Gleijeses, porta in scena sul palcoscenico del teatro romano dedicato a Vittorio Gassmann un classico di Joseph Kesselring, un lavoro universalmente noto grazie al film di Frank Capra del 1944, interpretato da Cary Grant con Jean Adair e John Alexander.

La regia di Gleijeses stavolta si ispira, ricorrendone quest’anno il decennale della morte, a quella di un altro grande regista che ebbe modo di dirigere il lavoro, Mario Monicelli.

 

La complicata vicenda, che si snoda per ben due ore,  ha come protagonista Mortimer Brewster, severo critico teatrale, che deve vedersela con la sua famiglia di pazzi assassini: due amabili, anziane zie zitelle, che uccidono i coinquilini con un bicchiere di rosolio corretto all’arsenico, un vecchio zio, convinto di essere Theodore Roosevelt, che cerca di scavare il Canale di Panama in cantina (dove, tra l’altro, vengono sepolte le vittime delle sorelle), un fratello assassino, che a sua volta ha in carico un cadavere da nascondere in cantina…

In breve: tredici cadaveri, due vecchiette diaboliche ed apparentemente innocue, un tantino di arsenico ed un pazzo scatenato sono i personaggi che danno vita ad una commedia che è una gradevole riproposizione all’italiana dal ritmo vivace e grottesco tendente al comico ma che invece sa, giustamente, soltanto di forte e macabro cinismo come si conviene ad un lavoro che è inquadrabile tra quelli noir perché l’ingenuità con la quale si presenta il nipote delle due vecchiette ( abilmente interpretate da una splendida Giulia Lazzarini nei panni della signora Abby Brewster e da una altrettanto brava Anna Maria Guarnieri che interpreta la sorella di Abby, Marta) lascia subito il passo a diversi motivi di domanda da parte dello spettatore che cerca di capire che fine facciano i visitatori di quello sciagurato “ ostello “ dopo aver bevuto un bicchierino di rosolio.

Le  due sempreverdi  vecchiette  sembrano  accogliere  amorevolmente  chi  varca la soglia della loro casa e sembrano essere sempre amorevolmente dedite alla ricerca di qualcuno da “ beneficare “ mentre un nipote che abita con loro, un picchiatello dal nome di Teddy Brewster ( Mimmo Mignemi, molto simpatico nella parte ) che crede di essere il presidente Roosvelt e  che emana continuamente proclami a suon di squilli di tromba per espugnare chissà che cosa ) fanno da contorno ad una paradossale situazione che vede coinvolto anche un altro nipote, Mortimer ( Paolo Romano ), fresco di matrimonio con l’avvenente Giulia Stone ( Maria Alberta Navello ) che desidera presentare alle sue vecchie e diaboliche zie.

Quando Mortimer scopre la pazzie dei suoi familiari tenta di far internare il fratello Teddy, ma l’arrivo di un altro fratello, Jonathan ( un bravo Luigi Tabita in grado di dominare la scena non solo grazie alla sua prestanza fisica ), un pluriomicida dai lineamenti sconvolti  da varie operazioni di chirurgia plastica che vorrebbe nascondere, insieme al  fidato amico il dottor  Einstein ( Tarcisio Branca ) sconvolge i piani che prevedono prima di disfarsi di un cadavere per poi disfarsi di Mortimer il quale comincia a dubitare delle sue facoltà mentali e, per salvaguardare la moglie fresca di matrimonio cerca di allontanarla.

E’ a questo punto che le due vecchie zie rivelano un mistero. La farsa, una vera e propria commedia dell’arte quasi non più di moda, seppur apparentemente divertente, si rivela ad un esame più approfondito, una triste, sottile esplorazione del mondo degli anziani e della loro solitudine, eseguita sulla base di ricorrenti rituali socializzanti e con sottile ferocia, forse addirittura con malizia e leggerezza.

Istrionismo e tempismo nella recitazione costituiscono la caratteristica di questo lavoro della durata di due ore che oltre a Giulia Lazzarini, Anna Maria Guarnieri e gli altri attori sopra citati vede coinvolti anche Daniele Biagini e Lorenzo Venturini nei panni di due incredibili e sprovveduti agenti di polizia oltre a Francesco Guzzo nella duplice veste del reverendo Stone e del signor Spooner; altra duplice interpretazione è affidata a Bruno Crucitti che interpreta il Reverendo Stone ( padre della fresca sposina Giulia ) ed il signor Spooner.

Tutto il cast é perfettamente in grado di dare tono ad un lavoro che è contemporaneamente un giallo ed una commedia brillante, un’opera morale ed una macchina comica all’interno della quale si pensa sorridendo e si sorride pensando a cosa sia quello che le vecchiette diaboliche chiamano “ il canale di Panama “ ma che, in effetti, non è altro che un macabro cimitero ricavato nella cantina della loro casa all’interno del quale le due “ simpatiche “ vecchiette seppelliscono i corpi di quelle persone che, secondo loro, hanno necessità di abbandonare la vita con un sorriso sulle labbra.

Andrea Gentili 

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