Domenico Iannacone è tornato su Rai3

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Continua il viaggio dello scrittore, autore televisivo, giornalista, Domenico Iannaccone nel disagio, nella disperazione, nell’emarginazione delle periferie dimenticate del Bel Paese. Da stasera torna su Rai3 alle 23.10 con quattro puntate speciali di Che ci faccio qui. La prima serata  ha fatto registrare il 6,8 % di share con 968.000 spettatori.

Un racconto il suo privo di enfasi, di trita retorica che narra storie di uomini emarginati, provati dalle esperienze di una vita di sbagli, di stenti, di disperazione Sono quattro appuntamenti imperdibili. Si parte da Scampia a Napoli e si va San Basilio a Roma. Con il suo sguardo senza pregiudizi il giornalista accompagna lo spettatore in luoghi in cui il male e il bene, si scambiano di posto, continuamente.

Al centro della prima puntata la famiglia: a volte basta nascere in una famiglia perché la propria vita sia già segnata, infilata in un binario che sembra non concedere scampo. Mancanza di un tetto, miseria, violenza, prigione, morte, fanno spesso da sfondo all’esistenza di tante persone. Ma può succedere di rinascere una seconda volta, anche a Scampia: come è avvenuto a Davide Cerullo, ex camorrista, oggi scrittore – tradotto anche all’estero – fotografo e animatore dei bambini che vivono all’interno delle Vele.

Non sapevo cosa fosse il valore della vita – dice Davide – Quello che valeva per me in quella vitaccia era cosa pensava il boss di me: se io per lui valevo, se io per lui contavo, se io per lui ero utile, se lui di me si fidava. Se io gli davo fiducia”.

Un racconto crudo e senza sconti, che attraversa la vicenda tragica di una vita e di un’intera famiglia.

Scampia  e San Basilio, rappresentano – racconta il giornalista e conduttore in una conversazione all’ANSA– due facce della stessa medaglia, collocate in due città bellissime cariche di storia, ma che hanno delle criticità enormi, e anche sappiamo importanti problemi, non solo di gestione amministrativa, ma anche di criminalità, droga, violenza“.

La seconda puntata è ambienta come detto a San Basilio dove l’emergenza abitativa è un allarme sociale.

Perchè queste due periferie Napoli e Roma?Il tema dell’emarginazione, l’idea che possano esserci città esterne e uomini invisibili mandati ai margini – spiega Iannacone -, è un argomento che mi sta a cuore, perché è uno dei grandi problemi sociali. Oggi, mentre il centro città si svuota, nelle periferie c’è ancora energia insieme ai problemi: ci sono dinamiche legate alla sopravvivenza ed una solidarietà assente altrove. C’è il bene, ovvero l’altruismo, e il male, possono coesistere o camminare su binari paralleli“.

Carlo Salvatore

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