Come diventare leghisti in meno di 90 minuti

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Lamentela sudista quella che il Teatro Ghione porta in scena dallo scorso 14 maggio e dove resterà fino al 19: l’autore calabrese Roberto D’Alessandro con questo suo monologo espone tutto il dissapore che il Sud d’Italia nutre per la restante parte della penisola, e, in particolare, per il Nord nel quale attualmente la Lega (che come lui stesso evidenzia) non è più Nord.

 

Certamente l’esposizione delle lamentazioni è fondata, i problemi non solo familiari sono reali, il desiderio di conquistare una poltrona in Parlamento è forte, il dubbio se cedere all’illusione di un’elezione ai massimi vertici dello Stato, è grande ed attraente e l’offerta piovuta dal cielo ad un padre di famiglia qualsiasi è talmente attraente che lo mette in crisi profonda.

 

Ogni ideologica convinzione cade e viene messa in dubbio dall’offerta che una certa signora Brambilla propone al sudista oppresso che, riflettendo, riflettendo, cade in crisi profonda solo pensando a quanti problemi potrebbe risolvere qualora venisse eletto. Benefit, soldi, possibilità infinite si presentano al suo orizzonte e veramente non sa che fare, se accettare o meno l’illusione di una candidatura nella sua circoscrizione elettorale, quella del meridione.

 

Pur dando atto della grande capacità espressiva di D’Alessandro, che del lavoro è autore, regista ed interprete, e della sua sottilmente enorme vis comica, assistere a questo spettacolo non esonera lo spettatore dal pensiero che un lavoro di tal genere, rappresentato in un momento politico particolare ed in vista delle elezioni europee, tenda a propagandare alcune idee che già di per se non si presentano chiare all’elettore che dovrà esprimere il suo voto tra pochi giorni.

 

Al di la di questo particolare, lo spettacolo è fortemente attraente, molto ben recitato, pieno di un certo pathos che D’Alessandro riesce ad infondere nello spettatore, il quale è indotto a tifare per quel padre di famiglia oppresso da mille problemi di vita reale al quale viene lanciata una folle proposta.

Andrea Gentili

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