Bentornato Presidente!

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Può una sola legge salvare l’Italia? Ne è convinto Giuseppe Garibaldi il cui omonimo qualche annetto fa fece l’Italia, oggi Peppino sogna di ri-fare gli italiani. Torna il presidente per caso Claudio Bisio nella commedia Bentornato Presidente! sequel di Benvenuto Presidente! film di successo del 2013 dove un uomo qualunque e per un caso fortuito diventava Presidente della Repubblica. A distanza di otto anni ritroviamo Peppino ritiratosi tra le montagne con la bella moglie Janis (Sarah Felberbaum) e la figlia Guevara.

Amante dei semplici piaceri della vita e totalmente disinteressato alla politica (non va neppure a votare per andare a pesca di trote) viene colpito come un fulmine dell’inaspettato (per lui) abbandono moglie che, stanca di fare Frozen sente la nostalgia dell’importante ruolo istituzionale che ricopriva al Quirinale.

Ma (come diceva il prof. Bellavista-De Crescenzio) Peppino è uomo d’amore, e per riconquistare la sua famiglia è disposto a tutto anche a lasciare la sua vita di beata solitudine e tuffarsi nella metropoli. Quello che trova al suo arrivo a Roma è un Paese che dopo le elezioni non sa dove andare e neppure con chi farlo. E allora chi meglio di un uomo perbene e come tale facilmente manovrabile? Peppino diventa Presidente del Consiglio, un burattino (si pensa) nelle mani dei partiti e di più oscuri interessi che verranno via via svelati.

L’immagine dell’Italia e dei suoi protagonisti nella politica ci viene proposta dai due registi Giancarlo Fontana e Giuseppe Stasi senza metafore (riconoscibilissimi il portatore di felpe e di slogan facili Salvini, il ragazzino Di Maio che usa e conosce a fondo il potere della rete, lo stordito Renzi che presiede riunioni di partito che sembrano più assemblee di condominio dove si litiga per come sistemare le fioriere) e senza cattiveria “è una commedia non buonista – sottolinea Claudio Bisiopiuttosto anti-cattivista,” per quelli stanchi dell’odio che trasuda dalla nostra società.

Peppino è un personaggio naïf – prosegue Bisio, già sul set di Se mi vuoi bene il nuovo film di Fausto Brizzi – e come nel primo film si muove come un elefante in una cristalleria. Non ama la politica ma, quando serve, si rimbocca le maniche per fare quello che deve essere fatto”.

 

Si parla molto di social e di come hanno cambiato, in pochi anni, la nostra percezione della realtà “Siamo tutti dr. Jekyll e mr. Hide – dice Pietro Sermonti che interpreta Ivan Ferro oscuro esecutore, ostaggio di leggi e cavilli burocratici – costretti dai social a una continua esposizione mediatica, ben rappresentata nel film. È la politica di oggi con la dittatura dei social e i politici tenuti al guinzaglio dallo storytelling h24 che serve per prendere voti. E i vecchi politici che tornano – cercando di ritagliarsi ancora una fettina di potere – interpretati da Massimo Popolizio e Cesare Bocci non sono migliori, anzi sono perfino ripugnanti”.

Danilo Stella (l’attore Guglielmo Poggi) è alla guida del Movimento dei Candidi mentre Marco Ripoldi interpreta Vincenzo Maceria leader di Sovranità Democratica, Antonio Petrocelli veste i panni di uno sconsolato Presidente della Repubblica.

“Abbiamo dato ai politici un’umanità che forse neppure gli appartiene – dice semiserio Paolo Calabresi che interpreta Teodoro Guerriero leader di Precedenza Italia perché dovrebbero arrabbiarsi? Teodoro ha un gran cuore ma si trasforma davanti alle telecamere. Con il filtro dei social cambiamo tutti e tutti in questo film sono ‘mazzolati’ l’unico che si salva è Peppino Garibaldi”.

Il cui discorso alla fine sembrerà toccare le coscienze di tutti, dai politici alla gente comune…ma sarà poi così? Per scoprirlo bisogna restare in sala fino al termine dei titoli di coda.

Ludovica Mariani

 

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