Le tante sfumature di Pino Insegno

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Al Salone Margherita di Roma, fino al 24 marzo, è in scena il nuovo spettacolo di Pino Insegno, 58 sfumature di Pino, per la regia di Claudio Insegno. Con lui sul palco Federico Perrotta.

 

Sul palco è energia pura: recita, balla, crea simpatici siparietti, ricorda un passato fatto di tanti sacrifici e indimenticabili idoli che hanno segnato il cinema e la tv. Stiamo parlando di Pino Insegno, attualmente in scena al Salone Margherita di Roma, con il suo spettacolo 58 sfumature di Pino, per la regia di Claudio Insegno. Con lui sul palco il simpatico Federico Perrotta.

 

Pino Insegno, uno dei più grandi doppiatori sul mercato italiano, traccia la sua carriera artistica dagli esordi ai giorni nostri con questo show esilarante, ben costruito, curato nei dettagli che esplora il mondo degli anni ’60 ad oggi facendo rivivere i miti di allora, gli sceneggiati, i personaggi famosi del cinema italiano e non solo. Tanti simpatici sketch mettono in evidenza la bravura di un cavallo di razza quale è Insegno, generoso a dividere il palco con il collega Federico Perrotta, bravissimo e ammaliatore della scena.

Uno spettacolo che diverte ma che emoziona anche. Un intenso viaggio attraverso il cinema, la televisione, la musica e i nuovi media che hanno sì migliorato la vita dell’essere umano ma lo hanno allontanato da quel cinema che portava condivisione, unione, passione, emozione. Il mattatore Insegno riscrive con la sua voce un percorso tra quelle pellicole destinate a contaminare, orientare le scelte ed influenzare il futuro, responsabili di un presente che appare inaccettabile.

L’esuberante Federico Perrotta, personaggio restìo alle etichette e alle convenzioni, dominato dalla passione per il teatro, segue con molta umiltà il suo guru vestendo i panni di un compagno fedele in scena per coltivare i sogni di un uomo che prende coscienza del presente senza dimenticare per forza un grande passato.

 

Una scommessa che si è rivelata vincente in questo show è proprio la reciprocità attoriale di due professionisti che hanno saputo con le loro personalità fare un quadro di vita non indifferente. Arrivati al bivio, tocca a Pino Insegno scegliere se continuare in un disordine incondizionato o cedere alle lusinghe di un “io” che rifiuta la bella apparenza, i poteri della tecnologia, per scegliere l’umanità, sé stesso, la passione e l’amore che il cinema vero dà. Il riscatto c’è stato, non c’è bisogno di interrogarsi più di tanto, l’emozione punta allo stomaco e al cuore.

La via della favola sembra essere l’unica chiave possibile per giustificare certe scelte, ma Pino Insegno segue la strada della realtà e proprio sul finale nel suo racconto fatto di “dissolvenze e stacchi” afferma che “la vita non sarà mai un film”, ma bisogna viverla ugualmente con intensità e passione.

Giancarlo Leone

 

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