Un buono con il cuore di un cattivo

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Al Teatro Sistina di Roma, fino al 24 febbraio, è in scena l’ultima e divertente commedia scritta e diretta da Vincenzo Salemme, Con tutto il cuore, che lascia riflettere sulla nostra natura profonda sull’essere buoni o cattivi.

Un anno dopo il successo di Una festa esagerata, Vincenzo Salemme e la sua allegra compagnia sono tornati al Teatro Sistina di Roma fino al 24 febbraio, con la divertente commedia da lui stesso scritta, diretta ed interpretata dallo stesso attore, Con tutto il cuore. Una commedia che diverte, sì, ma lascia anche riflettere sulla nostra natura profonda sull’essere buoni o cattivi. Ormai Vincenzo Salemme è una garanzia e anche in Con tutto il cuore si riconosce il suo marchio di fabbrica.

 

La storia. Ottavio Camaldoli (Vincenzo Salemme), professore sessantenne di latino e greco, vive insieme alla figlia. E’ divorziato e in maniera succube sopporta le prepotenze dell’ex moglie sempre in cerca di denaro.

 

Durante un periodo di malattia e una lunga lista d’attesa dove poi risulterà in cima della medesima, subisce un trapianto di cuore, non sapendo però che questo è appartenuto a Pasquale Mangiacarne, un mafioso morto assassinato in un agguato. Questi ha espresso, come ultima volontà, morente accanto alla madre, quella di essere vendicato dall’uomo che riceverà in dono il suo cuore. Ottavio viene informato di ciò che dovrà fare: resterà buono ed onesto o si trasformerà in un cattivo assassino?

Con tutto il cuore è una commedia che, partendo da un ricatto mafioso, racconta l’onestà umana, la delinquenza, l’ignoranza, le raccomandazioni per un lavoro, la famiglia separata.

Salemme dimostra in ogni suo spettacolo di riuscire a divertire con una trama semplice ma con un messaggio sempre presente: la commedia vuole dimostrare come l’essere umano, costretto dalla vita, si trova a fare delle scelte difficili. Essendo un buono, un uomo semplice, si trova in enorme difficoltà a fare ciò che non è nel suo carattere, ad essere qualcuno che non è.

Una commedia divertente e dal ritmo incalzante, con un cast di attori partenopei bravissimi e in scena si percepisce il loro grande affiatamento: Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’Auria, Teresa Del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò e Mirea Flavia Stellato. Alcuni di questi hanno fatto parte della commedia dell’anno scorso, Una festa esagerata. Si nota che si divertono molto e fra loro c’è grande sintonia e fluidità.

 

Con un ritmo da sit-com con porte che si aprono e si chiudono, la storia scorre liscia senza mai annoiare, anzi prende sempre di più gli spettatori.

 

La scena è ridotta all’essenziale, scarna: la moglie di Ottavio ha fatto sparire i mobili durante la sua assenza, pensando che il marito non ce l’avrebbe fatta e nonostante il trapianto di cuore morisse. Si intravede una cucina, dei libri, ma principalmente la commedia si svolge in un soggiorno senza mobili.

Vincenzo Salemme è bravissimo: gioca con l’inflessione della voce a seconda di ciò che deve dire, improvvisa battute attuali e l’accento napoletano è uno degli elementi che sostengono maggiormente la comicità generale. Uno spettacolo da vedere, molto divertente, consigliato ad un pubblico che vuole passare due ore in tutta spensieratezza, ma anche riflettere un po’.

Giancarlo Leone

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