L’Art Brut al femminile

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Alloise Corbaz Breviario Grimani, 1950 (particolare) matita colorata su carta Collezione Bruno Decharme© foto César Decharme

Dal 15 febbraio al 23 giugno 2019 il Kunstforum Museum della Bank of Austria dedica nella sua sede di Vienna, per la prima volta, una mostra alle artiste dell’Art Brut, dal titolo “Flying High”, con 300 opere di 93 artiste. Curatrici Ingrid Brugger e Hanna Rieger con l’ausilio di Veronika Rudorfer.

Ida Mary
Figura da celle 1934 Inchiostro su carta Collezione privata ©Foto AllistaIr Fuller Bank
Austria Kunstausforum Wien

 

 

Questa è la prima mostra in assoluto dedicata alle donne dell’Art Brut termine coniato da Jean Dubuffet nel 1945 per indicare l’arte spontanea di coloro anche malati di mente, che la realizzavano senza tener conto degli studi accademici. In Inghilterra è chiamata “Outsider Art” e in Italia Arte spontanea”. Molte sono state le mostre dedicate a quest’arte, una nel 2018 anche in Italia, ma nessuna ha interessato la pittura al femminile.

 

 

Madame Favre
Untitled 1960 Matita su carta Courtesy Henry Boxer Gallery

 

Parlare di Art Brut attualmente non significa tenere conto solo di quella “rozza” che in primis faceva riferimento ai malati di mente, bensì indicare l’arte spontanea di coloro che intendono non unirsi al circuito dell’arte ma creano senza tener conto della situazione, anche del mercato. Quindi non artiste spiritistiche e anche disabili, ma di quelle persone che con il loro disagio vivono lontane dal mondo intellettuale e si esprimono liberamente. Non dimentichiamo che Van Gogh ha dipinto bellissime opere mentre era in un Istituto psichiatrico.

 

 

Misleidys Castillo Pedroso
Acquarello su carta Collezione Ami Shaker ©Misleidys Castillo Pedroso

 

La mostra inizia con le opere collezionate dagli psichiatri Walter Morgenthaler dello Stiftung Psychiatrie Museum di Berna e di Hans Prinzhorn della Universitäsklinkum di Heidelberg che all’inizio del ‘900 collezionarono l’arte di istituzioni psichiatriche dando inizio alle pubblicazione di testi che inerivano questo tipo artistico come Ein Geisteskranker als Küstler del 1921- Arte e follia in Adolf Wölfli e Blinderei der Geisteskranker del 1922-L’Arte dei folli L’attività plastica dei malati mentali. 

 

 

Mary T. Smith
Untitled 1980 ca. Acrilico su metallo ColleFotowerkstatt

 

 

La sala principale è tutta dedicata alla collezione di Jean Dubuffet ( Collezione dell’Art brut di Losanna) istituita dall’artista tra il 1945 e il 1976, e ancora una Collezione Aracine (LaM Ville Métropole Musée de l’Art Moderne, d’Art contemporain e dell’art Brut- Villeneuve d’Ascq). L’esposizione si conclude con queste collezioni che hanno avuto un influenza decisiva sull’Art Brut e quelle di importanti collezionisti nazionali e internazionali.

 

 

Hedwig Wilms
Vassoio con brocca e annaffiatoio, 1913-1950 (probabilmente) Filati di cotone nelle
tecniche ed annodatura a uncino Collezione Prinzhom , Universitatskinikum Heidelberg

Le donne nell’arte, a parte alcune eccezioni, soltanto negli ultimi anni sono state prese in considerazione, figuriamoci poi se si parla di Art Brut considerata al di fuori di ogni movimento. Questa mostra dedicata tutta al femminile che il Kunstforum Museum della Bank of Austria ha allestito, è la prima e la sola che si è interessata al problema dando spazio nelle sue sale alle opere di questa tipologia. In effetti quest’esposizione prova che l’esteticità ha la meglio sulla critica e sulla biografia. Quindi che differenza ci può essere se i dipinti sono stati eseguiti da un uomo o da una donna?  Assolutamente niente, in quanto le artiste donne non raccontano certo storie diverse rispetto a quelle degli uomini e quindi non ci può essere diversità nella produzione di queste. Le domande che si pone l’interessante mostra sono queste, perciò è un’esposizione per chi si reca a Vienna, da non mancare.

Emilia Dodi

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