Al Palazzo Ducale di Genova dopo 25 anni, dal 30 marzo al 7 luglio 2019 c’è la mostra delle opere del Maestro dal titolo “Giorgio De Chirico Il volto della Metafisica” con circa 100 opere che dimostrano come la metafisica non abbia mai abbandonato l’opera di De Chirico. E’ curata da Victoria Noel-Johnson. Catalogo Skira.
Quest’esposizione prodotta e organizzata da VIDI col Palazzo Ducale Fondazione per la cultura e la Fondazione Giorgio e Isa de Chirico, è particolare perché vuol dimostrare come il Maestro pur abbandonando la metafisica negli anni 1919, in effetti non l’abbia mai tralasciata, come sostenuto anche da Maurizio Calvesi, ma l’intera sua evoluzione nell’arte nonostante il suo ritorno al classicismo, è continuata sotto diverse forme. Il Pictor Optimum pur cambiando stile, tecnica pittorica, colore e raffigurazioni ispirate al classicismo, in effetti abbia adottato la linea da lui indicata: “Come i frutti autunnali siano ormai maturi per la nuova metafisica…”. “Siamo esploratori pronti per altre partenze”.
Da questo assunto con circa 100 opere provenienti sia dalla Fondazione, che dai grandi musei italiani come la GNAM di Roma, il MART di Rovereto, Palazzo Pitti di Firenze e altri, nonché collezionisti privati, la curatrice Victoria Noel-Johnson, si è apprestata a dimostrarlo. Dopo aver chiarito al meglio i suoi concetti ha scritto “Le sue opere dal 1919 in poi,- siano ritratti, sia nudi, sia paesaggi e nature morte-non solo rappresentano i frutti della sua ricerca sulla tecnica pittorica, ma costituiscono anche uno sviluppo notevole della sua interpretazione della metafisica”.
La mostra di apre con il tema del viaggio e del ritorno, metafora per la scoperta della metafisica “multidimensionale”, secondo la lettura di De Chirico. Nelle opere esposte è impiegata anche la teoria di Nietzsche dell’eterno ritorno, come L’ebreo errante del 1917, Ulisse (autoritratto) del 1929, Ritorno di Ulisse 1968, e il Figliol prodigo del 1973 e 1974. Seguono poi gli esterni metafisici molto noti, tra i quali c’è Mytologie, realizzato per illustrare il libro Jean Cocteau del 1934. Si mettono poi in luce le figure con i personaggi mitologici: Ettore e Andromaca, Diana, Mercurio, Le muse inquietanti e tanti altri tra i quali i disegni per illustrare il libro di Massimo Bontempelli Siepe a nordovest del 1922.
A Genova saranno in mostra anche i primi disegni metafisici realizzati a Ferrara durante la prima guerra mondiale che in seguito si svilupparono in dipinti e disegni con assortimento di costruzioni architettoniche e geometriche, frammenti di antichità, templi, quadri e altri oggetti imprevisti. La natura metafisica è messa in evidenza con nature morte o Vite silenti, come il maestro preferì chiamarle dopo il 1942, e ancora Il dolce siciliano del 1919, Mandami su un ramo 1922-23, Natura morta del 1930 e Corazze con cavaliere, nonché una selezione di cavalli in riva al mare.
La mostra si chiude con la metafisica che incontra la tradizione con riferimento alla ritrattistica dei ‘400- 500, nonché autoritratti in costumi del Settecento. Sono in mostra copie o liberi rimandi a grandi pittori internazionali e a grandi artisti italiani.
Anna Camia