Con un grande Geppy Gleijes rivive il Prof. Bellavista al Quirino

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Serata d’eccezione per la prima di “Così parlò Bellavista” al Teatro Quirino Vittorio Gassman per celebrare a Roma (la celebrazione ufficiale si è tenuta lo scorso 26 settembre 2018 al San Carlo di Napoli) i novanta anni di Luciano De Crescenzo, l’autore del celebre libro dall’omonimo titolo ambientato in un palazzo di Via Foria a Napoli ( e dove se no? ) all’interno del quale il “Professore” elargisce aneddoti e lezioni di vita raccontando episodi divenuti ormai veri e propri totem della letteratura napoletana e non solo.

Il romanzo ed il successivo film di De Crescenzo hanno quindi costituito la base di questo veramente avvincente lavoro che Geppy Gleijes dirige ora da bravissimo regista, lui che nel film del 1984 interpretava la parte non proprio primaria di Giorgio, l’architetto laureato e disoccupato all’interno di un siparietto di una raffinata comicità sempre al limite tra la tristezza e la sana, ottimistica allegria tipica del napoletano di ogni tempo.

Appare interessante evidenziare come questo lavoro che Geppy Gleijeses ha finalmente portato in scena ha avuto, per iniziativa di Alessandro Siani, una gestazione alquanto elaborata durata qualche anno ed iniziata proprio dallo stesso De Crescenzo che individuò in Geppy il più adatto per rappresentare in teatro la sua opera.

Stavolta ad interpretare il prof. Bellavista è proprio lui, Geppy, che artisticamente cresciuto non poco, riesce a far rivivere i fasti di quel prof. Bellavista (all’epoca del film ne fu interprete lo stesso De Crescenzo), professore filosofo che impartisce lezioni di vita ai suoi discepoli Salvatore, Giggino, Luigino, Saverio il tassista e che con il Dott. Cazzaniga, direttore dell’Alfasud, è in eterno contrasto personale oltre che ideologico.

Come detto, il film è la base di questo spettacolo e sia dal testo del libro che dalla pellicola Gleijes ha saputo trarre i momenti più belli: la scena del cavalluccio rosso, quella della lavastoviglie, la scena del banco lotto, quella- di una ilarità incomparabile- della cinquecento.

 

Tra gli interpreti da segnalare una grande Marisa Laurito, padrona della scena nella parte della moglie del professore, un perfetto Benedetto Casillo che interpreta Salvatore (il vice sostituto portiere del palazzo di Via Foria) in maniera  addirittura superiore a quando la interpretò nel film del quale fu coautore un mai dimenticato Riccardo Pazzaglia, Nunzia Schiano, la stupenda caratterista che interpreta Rachelina nella scenetta del banco lotto, oltre a Salvatore Misticone, Vittorio Ciorcalo nei ruoli del chitarrista e del tassinaro.

Inutile parlare della grandezza interpretativa di Gleijes, perché ormai scontata. Dal punto di vista spettacolare grande spazio assumono le scenografie di Roberto Crea che riproducono in forma molto articolata e interessanti nella loro perfetta complessità  la facciata del palazzo sede degli avvenimenti e le ambientazioni di vari siparietti quali il tavolo dei pomodori, il negozio di arredi sacri, l’ascensore all’interno del quale scoprirà nel dott. Cazzaniga un uomo diverso dall’efficiente lavoratore milanese e che procurerà un posto per suo genero Giorgio, l’architetto disoccupato che dovette sposare sua figlia Patrizia (una brava, simpatica Elisabetta Mirra).

Andrea Gentili

 

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