Raffaele De Vico architetto

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Raffaele De Vico il Viale dei Settanta nel Parco della Rimembranza a Villa Glori Foto Vasari 1924 Stampa Fotografia, Archivio Storico Capitolino

Con circa 100 opere al Museo di Roma Palazzo Braschi si celebra Raffele De Vico (1882-1969) architetto e paesaggista che ha lavorato a Roma nella Prima metà del ‘900. Una mostra curata da Alessandro Cremona, Claudio Crescentini, Donatella Germanò, Sandro Santolini e Simonetta Tozzi.

Raffaele De Vico
Veduta progettata del Serbatoio d’acqua
a Villa Borghese
1916 circa disegno acquarellato
Collezione privata

 

La mostra che sarà visibile fino al 30 settembre 2018, diversa da tutte le altre, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con organizzazione Zetema Progetto Cultura,  presenta quasi 100 opere tra disegni, progetti, fotografie e documenti provenienti da musei capitolini e donate anche lo scorso anno dagli eredi, di questo architetto paesaggista che pochi conoscono.

 

 

 

Raffaele De Vico
Veduta progettuale del sottopasso tra impianto originale e l’ampliamento
del Giaardino Zoologico 1927-1931
stampa fotografica di disegno Archivio Storico Capitolino

Sono opere o mai esposte o non viste da molto tempo che provengono dalle collezioni e dagli archivi capitolini in particolare dall’Archivio Storico Capitolino. Infatti Raffaele De Vico durante gli anni dall’Archivio del Governatorato ha curato in particolare il verde e la sistemazione dei grandi giardini romani partendo a Villa Borghese, al Parco della Rimembranza, ai progetti del Quartiere Flaminio, al Colle Oppio, Testaccio, Ostia Antica, Santa Sabina, Castel Fusano, Villa Paganini.

 

Carlo Montani
Colle Oppio 1934
olio su tavola Museo di Roma

 

Ha creato anche i giardini di Villa Caffarelli, Villa Fiorelli, Parco degli Scipioni, Parco Nemorense, per arrivare a quella che era Via dell’Impero e di Via Alessandrina fino alle esedre arboree per Piazza Venezia, al giardino fontana di Piazza Mazzini e al progetto del parco dantesco di Monte Maio e ai giardini dell’EUR degli anni ’50.

 

 

Carlo Montani
Il Parco di Testaccio 1935
olio su tavola Museo di Roma

Ha studiato un progetto per il teatro all’aperto di Villa Celimontana e per l’ampliamento del Giardino Zoologico e i lavori per la riorganizzazione del vivaio e delle serre di San Sisto Vecchio. La grande differenza tra i vari progetti dimostra tutta la professionalità di Raffaele De Vico, confrontata in particolare con i quadri di Carlo Montani (1868-1936) in mostra che illustrano molto accuratamente la sistemazione dei giardini romani negli anni ’30. Nel contempo la mostra ha l’obbiettivo specifico di mostrare la trasformazione anche sociale che si attuava nella città sempre in quegli anni.

Carlo Montani
Parco di Santa Sabina sull’Aventino
(Giardino degli Aranci)
1933 olio su tavola
Museo di Roma

Raffaele De Vico partendo dall’Istituto tecnico di Chieti è riuscito a divenire un grande architetto paesaggista, consulente artistico per i giardini del Comune di Roma. Visitando la mostra ci si accorge della sua grande abilità architettonica messa in luce come scritto anche dai quadri di Carlo MontanaGiustissimo celebralo con un’esposizione a Palazzo Braschi luogo deputato per mostrare le bellezze di Roma di ogni tempo.

 

 

Raffaele De Vico Veduta
progettuale dell’ingresso del Parco di Colle Oppio
presso il Colosseo 1926-1927
riproduzione fotografica dek disegno
Collezione pivata

 

In contemporanea alla mostra è pubblicato il libro “Raffaele De Vico architetto paesaggista. Un consulente artistico per Roma” a cura di Alessandro Cremona, Claudio Crescentini e Sandro Santolini, secondo volume per la Collana editoriale “RomaArchitettonica Collana di Studi sugli Architetti del Comune di Roma”.   

Emilia Dodi

 

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