Incontro con Michele La Ginestra a teatro

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Semplice o complesso che sia, in ogni suo spettacolo c’è sempre un messaggio di fondo ed il mezzo attraverso il quale sceglie di comunicarlo è la battuta che suscita la risata genuina. Si può ben dire che questa sia l’etichetta dell’impronta artistica di Michele La Ginestra,  attore bravo, simpatico e cortese, nonché direttore artistico del Teatro Sette, che attraverso il teatro dice tanto di sé e del suo pensiero. Dopo il successo dell’anno scorso con M’accompagno da me, l’attore, dal 4 maggio, torna al Teatro Sistina con il suo nuovo e travolgente spettacolo, E’ cosa buona e giusta

Michele, parliamo di questo spettacolo. Perché questo titolo ecumenico?

Rispetto a quello dell’anno scorso, portato sempre al Sistinaquesto spettacolo è molto più ricco: sul palco con me ci sono l’attore Andrea Perrozzi, 20 ragazzi dell’Accademia Sistina e 4 del Laboratorio del Teatro Sette. Un attore, che sono io, va a trovare dei ragazzi nell’oratorio in cui è cresciuto, dove si raccontano tante storie e si confronta con loro, con le problematiche giovanili, con la tecnologia e con la globalizzazione che hanno modificato il nostro modo di vivere. Michele inizia a ragionare a voce alta – dice a Visum – e si fa trasportare dai ricordi, dalla musica e dall’atmosfera del passato. Un testo dell’anima e sono convinto che sia compito del teatro stimolare delle riflessioni profonde. Nel finale poi arriverà Don Michele, il mio personaggio in cui mi ritrovo benissimo”.

Ultimamente veste i divertenti panni di Don Michele. Come è venuto fuori questo personaggio?

Da vecchi ricordi di quando frequentavo l’oratorio. Sono sempre stato un cristiano praticante. E certi messaggi, valori cristiani sono da ascoltare e mettere in pratica. Forse, per via di certi sacerdoti che sono un po’ blindati con i fedeli, certi messaggi non filtrano. Così io, con il personaggio di Don Michele, tra spunti divertenti e riflessioni, porto in teatro questi messaggi cristiani così arrivano meglio”.

Lei è romano, come ricorda la Roma della sua infanzia?

Rispetto a quella di oggi, una Roma più sguaiata, più coatta, ricordo una Roma felice, allegra, fatta di colori e di lunghe passeggiate. Una Roma abbastanza tranquilla e semplice. Sono cresciuto e vivo tutt’ora nella bella zona di piazza Bologna, zona molto viva che ha conservato gli stessi odori del passato, quegli odori delle piante, di fiori. Invece, ad esempio, a Piazza Vittorio, che è diventato un quartiere orientale, ti vengono al naso odori sgradevoli e forti che ti vien voglia di scappare”.

 

 

Quali sono i suoi angoli di Roma preferiti?

Adoro il Gianicolo: con uno sguardo, che mi emoziona, domini tutta Roma e poi Villa Torlonia, un grande polmone di verde su Via Nomentana che ti fa respirare una romanità d’altri tempi”.

 

Cosa non le piace della Roma di oggi?

Non mi piace l’inciviltà di certi romani che lasciano l’immondizia fuori dei cassonetti, oppure abbandonano in mezzo alla strada divani, porte, frigoriferi, lavatrici. Sporcare è un reato, un peccato mortale ed io costringerei chi fa queste cose a pagare delle multe, delle penali e poi farei controlli più attivi da parte dell’Amministrazione capitolina”.

Lei, oltre ad essere attore, è anche regista. Cosa preferisce fra i due ruoli?

L’attore, innanzitutto. Ma anche fare il regista non mi dispiace. Ho una gran voglia di dirigere altri attori e se in più sono giovani, con la regia, mi piace regalare, trasmettere a loro una parte di me. Anch’io ho lavorato con grandi attori che mi hanno trasmesso qualcosa. Per me trasmettere questo mestiere agli altri è come una missione da compiere, mi arricchisce”.

Oltre a quella del teatro, lei ha una grande passione per la cucina. I suoi piatti preferiti?

Adoro i carciofi fritti in qualsiasi modo, anche i carciofi crudi con scaglie di parmigiano, ma anche la parmigiana di melanzane. Rimango, comunque, sempre un cultore della pasta, fatta nei modi più fantasiosi. Ultimamente ho sperimentato pasta, gamberi e radicchio, oppure pasta, fagioli e gamberi. Ho avuto anche dei complimenti. Il mio piatto forte? L’amatriciana che non faccio seguendo le regole, ma a modo mio. Magari sbaglierò perché la faccio con miei ingredienti: l’importante è che piaccia a me”.

Progetti futuri?

Farò sicuramente degli spettacoli estivi che sono ancora in via di definizione. Sto preparando il cartellone del Teatro Sette, di cui sono direttore artistico. Posso già dire che sarà un bel cartellone perché ogni anno cerchiamo di fare e scegliere spettacoli sempre migliori, più belli. A settembre, poi, su Tv 2000 riprenderò il game show, Il Programma del Secolo”.

Giancarlo Leone

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