Incontro con Corinne Clery a teatro

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Parigi ha sempre dato i natali a belle donne. Ma quando la sensualità si sposa con uno spiccato “sense of humour”, allora ecco Corinne Piccolo, in arte Corinne Clery. 45 anni di carriera artistica, 68 anni appena compiuti (lo scorso 23 marzo) senza alcun peso o stanchezza sulle spalle. Da alcuni anni calca i palcoscenici con successo. Da martedì 27 marzo, è una delle protagoniste al Teatro Manzoni della commedia brillante di Pierre Chesnot, Quattro donne e una canaglia, con Gianfranco D’Angelo, Marisa Laurito e Barbara Bouchet. Visum l’ha intervistata.

Corinne, parliamo di questa pièce francese e del personaggio che interpreta

Io interpreto Kathrine, sono l’amante legittima abbandonata dalla ‘canaglia’ Walter, interpretato da Gianfranco D’Angelo. Penso bene di andare a chiedere – dice l’attrice francese – il conforto all’attuale sua moglie Brigida, una simpatica napoletana interpretata da Marisa Laurito, provocando l’indignazione della prima moglie, Barbara, che è Barbara Bouchet. Ma tutte noi donne poi saremo coese contro la canaglia, compresa l’ultima sua conquista, la giovanissima Roberta interpretata da Ester Vinci. Complicità femminile. Una commedia molto divertente – sottolinea – attuale, che mostra una sorta di famiglia allargata. Sicuramente anche il pubblico romano si divertirà: ovunque siamo stati, la pièce ha avuto sempre successo”.

Ci sono delle caratteristiche che la legano al personaggio di Kathrine?

Assolutamente no. Le relazioni che ho avuto sono state sempre regolari, non amo tradire un’altra donna nei sentimenti o essere l’amante di un uomo sposato. Nella mia vita mi è successo una sola volta: avevo una relazione con una persona che poi ho scoperto fosse sposato. Appena l’ho saputo- ribadisce – l’ho lasciato immediatamente. Io mi sono sempre comportata bene. Forse l’unica cosa che mi lega al mio personaggio è che anch’io ho un carattere schietto”.

Dopo vari film, il teatro è arrivato abbastanza tardi nella sua vita. Come mai?

E’ stato un caso. Mentre giravo una fiction per Canale 5 mi è stato proposto di fare teatro. Ho cominciato con Cronache mondane di D’Annunzio. Facevo sette personaggi, sette tipi di donne diverse: dall’intellettuale alla vecchia cattiva, dalla prostituta all’ubriacona, dalla maestra di scuola alla donna borghese. Pensai che non ce l’avrei mai fatta. Ero sempre in scena. Ho voluto provare. E’ stato un amore a prima vista. Da allora mi hanno sempre cercata, io non ho mai cercato il teatro”.

45 anni di fortunata carriera. C’è qualcosa che non rifarebbe?

Non mi ricordo che abbia fatto dei grandi errori, ma ricordo le cose che ho sbagliato. Ho fatto tanto cinema commerciale – confessa – di cui magari avrei potuto fare a meno, delle scelte un po’ superficiali. Essendo straniera, giunta in Italia non ero molto informata sul cinema italiano, accettavo, quindi, film commerciali dove mi davano molti soldi e dove i miei agenti ci guadagnavano, piuttosto che alcuni film intellettuali, ma solo perché non conoscevo gli autori. Ho perso delle belle occasioni artistiche- conclude – ma quando ho capito meglio certe cose ho accettato di partecipare al film di Carlo Lizzani tutt’altro che commerciale Kleinhoff Hotel”.

Se dovesse fare un film con quale regista oggi le piacerebbe lavorare?

Sono diversi, con Virzì, Genovese, Ozpetek, registi moderni che realizzano film drammatici con dei risvolti umani”.

Lei è famosa per il film cult dell’erotismo anni ’70 Histoire d’O. Le piacciono i film erotici di oggi?

Sì molti non mi sono dispiaciuti. Ad esempio uno dei miei preferiti è stato Nove settimane e mezzo. Non amo la volgarità, il nudo gratuito. Il nudo se è fatto con naturalezza – commenta – nel contesto di una storia dove è richiesto, va benissimo non ho nulla in contrario. Pur avendo visto solo alcuni spezzoni, non mi sono invece piaciuti Cinquanta sfumature di grigio e Cinquanta sfumature di rosso, li ho trovati finti, patinati, senza sensualità, costruiti senza nessuna naturalezza”.

 

Pregi e difetti?

Tra i pregi riconosco di essere leale, onesta, pulita, libera, indipendente, che oggi è un lusso. Tra i difetti, sono impaziente su tutto”.

 

Ha ancora il classico sogno nel cassetto?

Mi piacerebbe fare un film dove io interpreto il ruolo di una donna che mostra tutte le sue sfaccettature, una donna che ha sofferto tanto senza farlo vedere, mostrandosi alla gente sempre allegra, disponibile. E’ un po’ come sono io: ne ho passate di tutti i colori, ma non ho mai voluto far vedere al pubblico il mio lato negativo, le mie sofferenze che nella mia vita sono state tante”.

Cosa c’è nel futuro di Corinne Clery?

Ancora teatro, questo spettacolo lo riprenderemo poi a ottobre prossimo per la terza stagione. Aspetterò nel frattempo delle proposte da maggio a settembre: se non dovessero arrivare me ne vado in vacanza. Sono la classica persona normale e mi piace godermi la vita. Non c’è solo il lavoro”.

Giancarlo Leone

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