Incontro a teatro con Maurizio Micheli

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E’ in scena al Teatro Parioli, fino al 15 aprile, poi in tournée, la divertente commedia di Norm Foster, Il più brutto weekend della nostra vita, che vede protagonista e regista Maurizio Micheli. Con lui sul palco Benedicta Boccoli, Ninì Salerno, Antonella Elia. Visum l’ha intervistato.

Maurizio, parliamo di questo spettacolo che la vede protagonista e regista

E’ una commedia di Norm Foster, un drammaturgo canadese molto rappresentato ultimamente. Si racconta la condanna di due coppie destinare a trascorrere tutti i weekend insieme. Fanno finta di amarsi, ma accanto al sentimento dell’amore – spiega l’attore-regista – si collocano altri sentimenti molto comuni fra le persone: l’antipatia, la mancanza di stima, l’indifferenza, il disprezzo, fino all’odio più totale. E’ una commedia molto divertente sulle difficoltà dei rapporti, sulle bugie, sul matrimonio e sulla convivenza, il tutto raccontato in chiave comica”.

 

E’ una commedia di successo, visto che viene da una fortunata tournée, già stata anche a Roma.

Ebbene sì, questo è il secondo anno di programmazione e il pubblico ha reagito benissimo ovunque siamo stati, forse anche perché molti si rispecchiano nelle due coppie che interpretiamo e allora c’è più partecipazione”.

 

Proprio parlando del pubblico, come è cambiato in questi anni, in meglio o in peggio?

Il pubblico è cambiato ovviamente, non so se in meglio o in peggio. Fatto sta che è cambiata anche la tv, ma in peggio. Oggi non ci sono più quei varietà di una volta, tipo Studio Uno, Al Paradise, dove c’era un presentatore e degli ospiti favolosi, dei veri professionisti. Oggi è tutto in mano ai conduttori, che sono i veri professionisti, mentre i veri ospiti scarseggiano, si vedono sempre più dei dilettanti allo sbaraglio, sono tutti dei vicini di pianerottolo, degli improvvisatori. Profetico fu Marlon Brando quando disse: ‘Il cinema lo fanno i registi, il teatro lo fanno gli attori, la televisione la fanno gli altri’. Il pubblico teatrale è da apprezzare, va premiato: paga il biglietto, cerca il parcheggio e per una sera rinuncia alla tv”.

Cosa serve per far ridere oggi?

Se lo sapessi!! Non è certo la satira politica, a far ridere ci pensano già i politici, che sono dei veri comici. Per far ridere non ci sono delle regole: bisogna creare dei personaggi credibili e raccontare belle storie. Entrare in contatto con il pubblico, avendo i tempo giusti”.

Cosa non le piace da spettatore dello spettacolo in genere?

Non mi piacciono i film, come dico io, due camere e cucina, girati tutti all’interno di una casa, sono troppo regionali, film che non vanno oltre il raccordo anulare. E poi non mi piacciono – sottolinea – certi comici moderni che passano per tali, buontemponi che fanno ‘battutelle’ come se fossero al bar, che s’inventano dei tormentoni e su quelli campano”.

Ha un rimpianto professionale?

Rimpianti no, ho fatto un po’ di tutto. Forse avrei fatto più film, quelli mi sono mancati”.

Ha ancora il classico sogno nel cassetto da voler realizzare?

No, sono soddisfatto di ciò che ho fatto nella mia carriera. Proprio ai primi di marzo di quest’anno ho riproposto a Milano, in occasione del 150° compleanno del Teatro Gerolamo, il mio spettacolo, diventato un vero cult, Mi voleva Strelher, lo stesso teatro che ne ha visto il debutto nel novembre 1978, che poi ho portato in tournée e che ancora ogni tanto ripropongo perché piace e diverte sempre. 1200 repliche in 40 anni, un vero record”.

Progetti futuri?

Porteremo fino alla fine di questa stagione questo spettacolo. Andremo in Sicilia e poi nel Nord Italia. A novembre di quest’anno sarò di nuovo a Roma con lo spettacolo, di cui sono autore e protagonista, Uomo solo in fila, dove un uomo è vittima consapevole del senso e non-senso della vita. Un uomo solo è in coda, ma non c’è nessuno davanti a lui – commenta l’attore –  in un anonimo ufficio di Equitalia che aspetta di conoscere il suo destino. Protagonista è l’attesa, quella dell’assurdo quotidiano in cui trovano spazio pensieri, speranze, pazzie, illusioni”.

Giancarlo Leone

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