Alla faccia vostra al teatro Quirino

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Lavoro di grande simpatia quello con il quale la Compagnia Moliere, TTR e Teatro di Tato Russo ha messo in scena, con grande successo di pubblico, la sera del 13 marzo al Teatro Quirino di Roma.

Gianfranco Jannuzzo e Debora Caprioglio sono i protagonisti principali della commedia di Pierre Chesnot che Patrick Rossi Gastaldi ha tradotto dal lavoro dell’autore francese e del quale è anche l’ottimo regista. Protagonisti principali perché, in effetti, la scena è calcata da un bell’insieme di altri attori che sono senz’altro da definirsi tutti protagonisti perché la commedia, assai impegnativa, è un lavoro corale, nel quale ogni personaggio è strettamente collegato agli altri e dagli altri, dipende.

 

Il lavoro di cucitura dei personaggi, da parte dell’autore, è perfetto, simbiotico, meccanicamente ben registrato ed abilmente sincronizzato nei tempi, nelle battute, nella storia stessa di una vicenda che rappresenta, da sempre, la umana falsità e l’ipocrisia che forma parte integrante di atteggiamenti umani che, almeno in determinate situazioni, dovrebbero apparire – appunto – più umani.

Roma, un morto molto benvoluto da una serie di figli, nipoti, amici, amanti, e da una moglie che lo ha palesemente impalmato per la sua ricchezza, intrighi, maldestri sotterfugi per entrare in possesso dell’eredità che un celebre scrittore deceduto, dovrebbe lasciare a favore di persone che certamente lo hanno amato soltanto per i suoi soldi, anche se lui, il morto, la sua bella vita se l’è ampiamente goduta.

Personaggio chiave che emerge fin dall’inizio della rappresentazione è Lucio Sesto lo scombinato e sconquassato marito della figlia dello scrittore “deceduto”, Vanessa, una figlia che non andava d’accordo con suo padre a causa dell’ostilità che quest’ultimo dimostrava verso il genero.

 

Jannuzzo è un perfetto modello di traduzione teatrale della falsità e della ipocrisia umane, e sua moglie(Paola Lavini), un’oca giuliva, che pur di tenersi attaccata ad un marito dal tenore di vita estremamente dispendioso, è costretta ad assecondarlo pur a conoscenza della impossibilità di fronteggiare spese a causa della sua situazione debitoria. Angela, la moglie del morto, è Deborah Caprioglio che nella prima rappresentazione del lavoro è apparsa un tantino “legata”, forse a causa dell’emozione che sempre influisce sulla “prima”, emozione che non ha assolutamente influito sulla resa generale della pur bella rappresentazione.

Vale la pena di accennare ad altri personaggi, quali il medico che certifica il decesso dello scrittore (Antonio Rampino, perfetto nella parte dello stralunato), l’impresario di pompe funebre (Antonio Fulfaro, un’exploit di meraviglie in dialetto) e particolarmente la brava Antonella Piccolo che riveste i panni della domestica del defunto e che ad un certo punto del lavoro diviene la principale attrazione dello spettacolo.

Grande affluenza di pubblico, risate garantite, due ore e passa di uno spettacolo del quale osserviamo soltanto una leggera lentezza nella conduzione, lentezza rappresentativa che viene superata verso la fine della rappresentazione, grazie ad un paio di notevoli exploit che non riveliamo perché sono la base stessa della molto simpatica commedia che resterà in scena fino al 25 marzo prossimo.

Eleganti le scene, appropriati i costumi di Valentina De Merulis; applausi anche a scena aperta.

Andrea Gentili

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