Revolutija al MAMbo di Bologna

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Kasimir Maleviĉ Sportivi olio su tela 1930-31

Al MAMbo di Bologna dal 12 dicembre 2017 al 13 maggio 2018 c’è l’esposizione dedicata alle avanguardie russe da Chagall a Maleviĉ da Repin a Kandinskij prodotta e organizzata da CSM Cultura con il Comune di Bologna, Istituzione Bologna Musei, realizzata con le opere del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo. Curatrice Eugenia Petrova e Joseph Kiblitsky. Catalogo Palace Edition/Skira.

Il’jā Repin
17 ottobre 2015 olio su tela 1910

E’ un’ulteriore esposizione per il centenario della Rivoluzione Russa, e contempla con 70 opere i più importanti nomi di artisti che dal 1910 al 1920 hanno in effetti rivoluzionato l’arte del periodo con movimenti d’avanguardia notevolmente differenti e a volte contrastanti. Le opere in mostra tutte provenienti dal Museo di Stato Russo, mettono il punto anche sulle validissime opere di quelli che sono meno conosciuti dal pubblico.

Nathan Al ‘man
Ritratto di Anna Achmatova olio su tela 1915

Nathan Alt’ man, Nataljia Goncarova, Kasimir Maleviĉ, Vassilli Kandinskij, Marc Chagall, Valentin Serov e Aleksandr Rodčenco, sono noti ai più anche se non evidenziati nelle loro diversità, altri sono quelli di Repin, Petrov-Vodkin o Kustodiev, meno conosciuti anche se meritano di essere osservati e studiati.  I grandi nomi sopracitati mostrano la modernità che la Rivoluzione russa ha portato nell’arte tra primitivismo, cubo-futurismo, suprematismo e costruttivismo, non dovendo però essere dimenticato cronologicamente l’espressionismo figurativo e il puro astrattismo che li aveva preceduti. Infatti la rivoluzione democratico-borghese del 1905 aveva visto la partecipazione di artisti, intellettuali e poeti.

Valentin Serov
Ida Rubinštein olio su tela 1910

A testimonianza del periodo in mostra ci sono il 17 ottobre 1905 di Ill’ja Repin unito al Che vastità del 1903 dello stesso. Fu una rivoluzione socialista che fece dimenticare il realismo. Infatti proprio a Mosca  la conoscenza della pittura francese con le opere fauves e cubiste precedettero la rivoluzione del 1917. Dopo Repin, la cui pittura ha toccato tutti i campi della vita e del sociale, è stato Petrov-Vodkin che ha adottato la prospettiva sferica e poi quella bizantina, mentre Kustodiev, gravemente malato divenuto paraplegico negli ultimi anni di vita, si dedicò a illustrare libri.

Boris Grigor’ev
Ritratto di Usevolad Mejerchó olio su tela 1916

 

Tatlin era un costruttivista mentre Kasimir Maleviĉ fu il più risoluto degli innovatori predicando la supremazia del sentimento sul realismo . E’ a lui che si devono il famoso Quadrato nero , il Quadrato rosso, la Croce nera e il Cerchio nero, tutte opere presenti in mostra che solo per questo è da non mancare. Michael Larionov prendendo spunto dal futurismo e dal cubismo creò il raggismo, mentre della Goncarova si dedicò a recuperare alcuni temi del passato. Per il primitivismo c’è Alexander Drevin con La cena del 1915, nonchè le derivazioni cubiste sono nelle opere di Nathan Alt’man e Aristarch Lentulov.

 

Wassily Kandinskij
Su bianco (1) olio su tela 1920

Della Popova c’è Architettonica pittorica del 1916, di Ol’ga Rozanova l’opera suprematista Composizionie non oggettiva del 1916, di Sof’ja Dymstis-Tolstaja tre opere fondamentali eseguite tra il 1919 e il 1821. E poi le opere degli artisti notissimi fino ad arrivare alla regressione delle avanguardie con l’avanzare del realismo socialista. Una vera antologica delle avanguardie russe così estesa non era mai stata presentata.

Anna Camia

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