Traiano e La Spirale a Roma

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La celebrazione di Traiano, costruttore dell’Impero Romano a1900 anni dalla morte con una grandiosa mostra archeologica ai Mercati Traianei, è unita alla performance dell’artista contemporanea Luminiţa Ţăranu La Spirale “Columnia mutātio”. Entrambe sono visibili fino al 16 settembre 2018.

Roma non è più solo una mostra archeologica all’aria aperta, ma riesce a coniugare archeologia e arte contemporanea. Questo è ben evidente al Museo dei Fori Imperiali-Mercati di Traiano dove la grandiosa esposizione dedicata ai 1900 della morte di colui che portò l’Impero romano alla sua massima estensione, celebrato nella Colonna Traiana esempio di grandissima arte scultorea, vede unita una grande installazione dell’artista rumena Luminiţa Ţāranu dal titolo”Columna Mutatio-La Spirale”.

La mostra sull’Imperatore Traiano che conta reperti archeologici prestati da 13 musei e spazi museale italiani, nonché sei musei archeologici stranieri, è talmente importante e vasta che meriterebbe pagine e pagine scritte a parte. Traiano primo imperatore di origine non romana, ma ispanica, è visto tramite statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della colonna traiana, monete d’oro e d’argento, modelli in scala, rielaborazioni tridimensionali e filmati, il tutto in sette sezioni a partire dalla data della sua morte.

La morte in Asia Minore fu celebrata con trionfo anche a Roma. Grazie ai supporti multimediali i visitatori potranno vivere in toto l’esposizione e l’esperienza di vivere al tempo di TraianoLa Spirale è un’installazione che si trova proprio nei mercati traianei ispirata dalla famosissima Colonna di Traiano ed è un messaggio che l’artista rumena di nascita e italiana di adozione, ha progettato prendendo spunto dalle fonti che hanno ispirato Apollodoro di Damasco nell’ideazione della colonna traianea e far comprendere il legame che nel tempo si è instaurato tra Romania e Italia. E’ un’opera costata cinque anni di lavoro progettativo e corale che ha coinvolto varie categorie professionali così come fu al tempo di Apollodoro.

Si tratta di un nastro in alluminio largo 90 cm. e lungo 34,05 metri e l’installazione si sviluppa su una lunghezza di circa 12,50 metri con un diametro di 1,40 m. mantenendo il rapporto di proporzione con la colonna traianea di 1 a 3. E’ dipinta con la particolare tecnica grafica-pittorica che l’artista adopera già da lungo tempo, partendo dalla stampa serigrafica a mano che la rende un pezzo unico. Nella parte interna c’è un omaggio al popolo Dace con i simboli della sua cultura e spiritualità. Il bianco delle scrittura e il nero dei simboli danno il senso del dramma vissuto da questo popolo ai tempi della conquista.  L’esterno ha una cromia vivacissima che fa comprendere il senso della vita nel mondo a colori.

Con più di 50 disegni l’artista rumena ha interpretato alcune rappresentazioni marmoree. I simboli, le scritture, le icone sono la sua interpretazione personale necessaria per costruire una nuova storia che sia vista in modo libero e con grande immaginazione. Quattro quadri accompagnano l’installazione per unire la tridimensionalità dell’installazione con la tridimensionalità pittorica.

Un’opera totale per celebrare l’incontro tra due popoli pacifici che attualmente fanno parte della medesima comunità.

Anna Camia

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