Destini incrociati in scena al teatro Palladium

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Il mondo del carcere visto attraverso un osservatorio privilegiato, quello della rassegna Destini Incrociati, fra laboratori, conferenze e mostre.

 

Dal 15 al 17 novembre il Teatro Palladium dell’Ateneo Roma Tre ospita la quarta edizione della rassegna nazionale di teatro in carcere Destini Incrociati, progetto ministeriale riconosciuto e finanziato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e un convegno di studi per tracciare un bilancio sull’attività svolta negli ultimi anni e promuovere nuove prospettive per la scena penitenziaria italiana.

 

 

 

Tre giornate di spettacoli, conferenze, proiezioni, video e laboratori frutto della collaborazione tra il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre, il Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e il Ministero della Giustizia-Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria.

 

In questa quarta edizione della rassegna, così come accaduto nelle precedenti, agli spettacoli, frutto di laboratori produttivi realizzati con detenuti, si alternano conferenze, mostre, dimostrazioni di lavoro. Viene in questo modo restituito un panorama ampio delle nuove esperienze drammaturgiche sperimentate da registi e autori professionisti che da anni lavorano sul campo. Assistiamo a spettacoli nati dalle narrazioni e dalle biografie di detenuti, spesso direttamente coinvolti anche nel processo di scrittura e allestimento, come L’infanzia dell’alta sicurezza, scritto e diretto da Mimmo Sorrentino; sul palcoscenico, il 15 novembre alle 21, otto detenute della casa di reclusione femminile di Vigevano, condannate per reati associativi, mettono a nudo la loro esistenza e il loro dolore.

Sono anche rappresentati spettacoli frutto della reinterpretazione di testi classici e di repertorio: La favola bella con la regia di Grazia Isoardi, presentato dalla Compagnia Voci Erranti, con i detenuti della Casa di Reclusione di Saluzzo (17 novembre ore 21); Amleta se lei è pazza allora sono pazza anch’io, rivisitazione al femminile della celebre opera shakespeariana, in scena la Compagnia Le donne del Muro Alto del carcere femminile di Rebibbia, diretta da Francesca Tricarico (16 novembre ore 10.30, presso la Casa Circondariale femminile di Rebibbia).

Il 15 novembre è rappresentata la pièce della Compagnia SineNOmine# (con i detenuti della Casa di Reclusione di Spoleto ore 17) Sorveglianza Speciale 82/diciassettesimi Ar con la regia di Giorgio Flamini, il 16 novembre assistiamo allo spettacolo Fortezza della Compagnia AdDentro (con i detenuti della Casa di Reclusione di Civitavecchia, ore 18) regia di Ludovica Andò, il 17 novembre è in scena l’opera teatrale Studio per un finale con la regia di Livia Gionfrida (realizzata dalla Compagnia Metropopolare con i detenuti della Casa Circondariale di Prato ore 17).

 

La rassegna ospita, inoltre, il 16 novembre alle 20.30 Giovanna Marini che presenta lo spettacolo-concerto Fogli volanti con il Coro Inni e Canti di Lotta della Scuola Popolare di musica di Testaccio diretto da Sandra Cotronei.

 

Non mancherà una sezione dedicata alla proiezione di video, selezionati e scelti dalla direzione artistica dell’intera rassegna composta da Ivana Conte, Vito Minoia, Valeria Ottolenghi, Gianfranco Pedullà e Valentina Venturini.

 

Parte integrante del progetto sono i laboratori di accompagnamento alla visione degli spettacoli destinati ai detenuti e agli spettatori della rassegna, curati da Agita (Associazione nazionale e agenzia formativa) e quelli di critica teatrale per gli studenti universitari del DAMS/Dipartimento di Filosofia Comunicazione e Spettacolo, curati dall’Associazione Nazionale dei Critici di Teatro con la collaborazione del Teatro di Roma.

Durante la rassegna il foyer del Teatro Palladium ospiterà la mostra Prigionie(in)visibili, il teatro di Samuel Beckett e il mondo contemporaneo, curata dallo studioso giapponese Yosuke Taki. Con Eduardo De Filippo, Beckett è l’autore più rappresentato in carcere, sin dal periodo successivo alla seconda guerra mondiale, quando un prigioniero di un istituto penitenziario tedesco tradusse e rappresentò il suo En attendant Godot.

Per maggiori dettagli info: www.teatrocarcere.it – Sito del teatro: www.teatropalladium.uniroma3.it. Per prenotazioni 327.2463456.

Giancarlo Leone     

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