A Namur intervista a Martin Provost

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Era tanto che volevamo incontrarlo ed ecco che lo ritroviamo al FIFF di Namur in veste di presidente della giuria dei lungometraggi. Stiamo parlando di Martin Provost, attore cinematografico e teatrale, sceneggiatore e, soprattutto, fantastico regista, con il tocco magico per raccontare storie indimenticabili.

 

 

Come, per esempio Tortilla y Cinema con Carmen Maura, o Le Ventre de Juliette. Séraphine poi, ispirato alla vita di Séraphine de Senlis, celebre pittrice francese, fece incetta di premi ai César del 2009, vincendone sette, tra cui quello per il miglior film e la migliore attrice a Yolande Moreau.

 

 

 

Un altro nome femminile, Violette per raccontare la vita della protégé di Simone de Bouvoir Violette Leduc. Ma è l’ultimo che abbiamo molto amato, Sage Femme, con Catherine Frot e Catherine Deneuve, uscito la primavera scorsa in Italia con il titolo Quello che so di lei, incassando, nelle prime 7 settimane di programmazione 275 mila euro, di cui ben 114 mila nel primo weekend.

 

 

Sage Femme – ci racconta Provost a Namur, nella splendida sala del Teatro – è un lavoro che mi sta molto a cuore, perché tocca personalmente la mia vita. Quando sono nato infatti, sono stato salvato da un’ostetrica(la traduzione di sage femme ndr), una verità che mia madre mi ha rivelato soltanto tre anni fa, su una cicatrice molto dolorosa  e che mi dà molto fastidio. Alla mia nascita, di notte, ho rischiato di morire, infatti era molto tardi ed hanno cercato in tutti gli ospedali del sangue come il mio ma invano, fino a quando l’ostetrica si è accorta di avere il mio stesso gruppo sanguigno ed è stata lei a donarmi il suo sangue, per cui, nelle mie vene, adesso, scorre il sangue di una sage femme..”.

Provost, com’è la sua esperienza da presidente della giuria qui a questa 32° edizione del festival di Namur?

Venni a Namur per la prima volta con il mio secondo film, Il ventre di Giulietta, ed è stato  l’unico Festival che mi avesse invitato per cui oggi, in questa bellissima sala dove siamo adesso,  mi guardo attorno con un senso di piacere. Ricordo che allora ero molto emozionato per aver incontrato la stampa internazionale, e ripeto, era l’unico festival ad avermi invitato per cui, quando mi hanno proposto qualche anno più tardi di fare il presidente di giuria ho accettato con gioia perché ero felice di ritrovare Namur e qualcosa del passato. Confesso che mi fa piacere pensare a com’ero, proprio in rapporto a quello che era successo allora”.

Il suo prossimo progetto?

Sempre un film di donne e sarà ambientato in Giappone, un paese che amo molto. Ci sono andato parecchie volte e sono rimasto colpito dalle sue contraddizioni che convivono, allo stesso tempo, con una fortissima spiritualità che va di pari passo con una competizione lavorativa spietata. Trovo che il Giappone abbia una grande eleganza, un’umanità incredibile, tanta attenzione agli altri e tanta, tanta poesia. Il tutto in un perfetto mélange che rende questo Paese unico”.

Mariangiola Castrovilli

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Giornalista giramondo con scoop come le interviste al fratello dell'ultimo imperatore cinese Aisin-Gioro Puren durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino e al generale israeliano Moshe Dayan dopo la guerra dei 6 giorni. Per la Rai in diretta radio e tv, è stata l'unica giornalista donna al mondo a volare a due volte la velocità del suono su un tornado, correre con una Ferrari 40 a 324 Kmh sul circuito di Maranello. Inoltre è stata l'unica giornalista a bordo del MB-339 Aermacchi della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. É membro del SNGCI.

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