Intervista Nino Taranto all’Ombra del Colosseo

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Con Te lo dico adesso e non te lo dico più, divertente spettacolo in scena sul palco del Parco del Colle Oppio, che chiuderà domenica 10 settembre la kermesse comica All’Ombra del ColosseoNino Taranto, uno degli attori di cabaret più noti al pubblico italiano, festeggia i 25 anni di carriera. Visum lo ha intervistato.

 

Questo one man show del venticinquennio scritto, diretto e rappresentato da questo poliedrico attore non è altro che uno show dove Taranto vuole reinterpretare in chiave attuale, la migliore nobiltà dell’avanspettacolo classico, coniugandola con un sottile repertorio di osservazione e ricchezza d’intuizione. Visum ha intervistato Nino Taranto.

 

 

Nino, che tipo di spettacolo è questo Te lo dico adesso e non te lo dico più?

E’ uno spettacolo dove tocco diversi argomenti, dalla famiglia, al rapporto di coppia, all’attualità. Ma il cosiddetto sesso debole, la donna, mi fornisce osservazioni pungenti, ironie bonarie e risultati comici”.

Mi sembra di capire che i suoi cavalli di battaglia si basano sulle donne

E come non potrei non parlare di queste creature. Le donne non danno mai risposte dirette- spiega – prendono il tempo di una cauta difesa. Pensano di cambiare l’uomo che sposano, diventando tante crocerossine dell’amore, ma l’uomo non cambia mai: ‘bambacione’ da fidanzato e uguale da marito, per sempre”.

E le donne cambiano?

Eccome se cambiano. Il maschio vorrebbe, ahimè, che la donna al suo fianco non cambiasse mai. Ed ecco invece le trasformazioni della tenera sposina in moglie, che diventa maniaca della pulizia e dell’ordine. Sì le donne sono maniacali, ad esempio sui colori: pervinca, fucsia, indaco. Per l’uomo questi colori sono sconosciuti. Noi uomini conosciamo a malapena due o tre colori, non stiamo a sottilizzare. Si parlerà dei pregi e difetti delle donne, ovviamente più difetti”.

Altri argomenti dello spettacolo?

La sanità, i dialetti con le sue regioni d’appartenenza, realizzati con una sottile e precisa osservazione delle varie qualità delle voci proprie di ciascun luogo. Ma non voglio anticipare più di tanto, sennò non viene nessuno a vedermi. Voglio lasciare un po’ di curiosità agli spettatori”.

 

Una bella carriera, tanti successi. Ma chi deve o vuole ringraziare?

Innanzitutto ringrazierei me stesso per la caparbietà e la volontà di non mollare mai e poi le persone che mi amano veramente, mia moglie e mia figlia, che credono molto in quello che faccio in maniera incondizionata e non mi fanno sentire distaccato dalla realtà”.

 

E’ motivato, quindi, a continuare e magari festeggiare 50 anni di carriera?

Sarebbe un bel traguardo. Certo, sono motivato, spinto dall’amore e dalla passione per l’arte che non cessa mai, anzi cresce ed accresce la mia voglia di dedicarmi a questo mestiere che reputo il più bello del mondo, dove uno fa finta di essere vero”.

Ha ancora qualche sogno da realizzare o uno in particolare?

Il mio sogno sarebbe quello di farmi dirigere da Gigi Proietti, il mio faro, la guida che per anni ho seguito e continuerò a seguire, un attore e regista meraviglioso, amo il suo approccio al teatro, alla recitazione, sempre ironico, affascinante, sarcastico”.

Giancarlo Leone

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