Bacon, Freud e la scuola di Londra a Malaga

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Il Museo Picasso Malaga ospita fino al 17 settembre un’importante esposizione con novanta opere di grandi autori, come Bacon, Freud e della Scuola di Londra, pittori figurativi di primo livello fra il dopoguerra e gli anni ’80 nel Regno Unito e a Londra, come luogo di incontro artistico e esistenziale.

 

Partendo dalla interpretazione della figura umana e del proprio contesto quotidiano, questi autori percepirono per poi trasmettere la fragilità e vitalità della condizione umana, sviluppando contemporaneamente nuovi stili e focalizzazioni, traducendo in arte la vita in se stessa e utilizzando un nuovo linguaggio per la sua rappresentazione.

 

Come dice la curatrice della mostra, Elena Crippa: “per qualche tempo il loro lavoro si scontrava con la corrente artistica imperante, anche se negli ultimi decenni è stato rivalutato, conquistando un posto centrale per una comprensione più approfondita dell’arte e della cultura nel secondo dopoguerra”.

 

Quindi, si può percepire la contundente solitudine di Francis Bacon, la turbazione carnale di Lucien Freud, l’ego incapsulato di Michel Andrews, la pittura tridimensionale di Frank Auerbach, la forza emozionale di David Bomberg, la rigorosa misurazione di William Coldstream, la molteplicità di Ronald B. Kitaj, la visceralità di Leon Kossof, la sovversione di Paula Rego nonché il senso della proporzione di Euan Uglow, per riunire la produzione di una eccezionale scelta di pittori che, nel decennio degli anni Cinquanta del passato secolo, interconnessi da legami di amicizia e mutua ammirazione, andarono al di là dell’apparenza e della fragilità del corpo umano nel contesto circondante della capitale inglese.

Sono gli autori del nucleo di 90 opere, provenienti della Tate e datate fra 1937 e gli inizi di questo secolo, che coincidono con la decina di persone in questa città o nei dintorni di livello internazionale: scartavano la sublimazione, la solennità, l’evocazione e l’evasione per concentrarsi nella più pura realtà. Quindi, questo insieme di opere illustra questo orientamento: arte carica di vitalità, che al tempo ci apporta sensazioni date dall’introspezione, la solitudine, il dolore… Così viene vestita la Londra del dopoguerra, devastata dai bombardamenti nazisti dell’Operazione Blitz (1940-41) e l’eco si fa sentire attraverso le tele di Andrews e Bomberg.

La selezione sottolinea continuità e contrasti, evoluzioni (dal primo Freud -obiettivo- al posteriore -più carnale e inconfondibile-) modi affini e diversi di affrontare la figura umana: misurato ed elegante, a volte accademico, nel caso di Uglow o Coldstream, o la sua sfigurazione per Bacon, Freud, Auerbach o Kossoff, che si decidono per una immagine grottesca dell’essere umano; senza dimenticare altre interpretazioni risolte con le forme rotonde di Rego o l’ironia di Andrews.

Comunque, oltre al contesto geografico, l’etichetta di ‘Scuola’ non obbedisce alle questioni di stile ma ad un modo di esercitare febbrilmente la pittura. E l’influsso dell’anfitrione? lo sperpero espressivo dell’ultimo Picasso, tra il suo ritorno alla realtà nei ‘40, riecheggia in molti di essi.

Carmen del Vando Blanco

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