Incontro con Giorgio Borghetti

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Giorgio Borghetti da martedì 16 maggio, è protagonista con Simone Colombari, Eleonora Ivone e Amanda Sandrelli della pièce, Boomerang, scritta e diretta da Angelo Longoni in scena al Teatro Sala Umberto di Roma. Visum l’ha incontrato.

Giorgio Borghetti a solo dieci anni ha prestato la sua voce ad Elliot, il bambino di E.T., il suo curriculum artistico è lunghissimo. L’abbiamo visto in fiction televisive di successo come Incantesimo, Il Capitano, Carabinieri 4 e in teatro lo ricordiamo accanto a Serena Autieri nel musical Bulli e pupe. Inoltre è doppiatore e direttore di doppiaggio.  Visum l’ha incontrato.

Giorgio, parliamo di questa nuova pièce di Longoni. Perché questo titolo?

Sappiamo che il boomerang è un’arma usata per la caccia che torna alla persona che l’ha lanciato. Il motto di questa pièce potrebbe essere ‘chi la fa l’aspetti’. Il tutto si svolge in un casale di campagna – spiega il popolare attore – e tutti sono bloccati lì a seguito di una grande nevicata. Una famiglia facoltosa nel campo della medicina è riunita in attesa di celebrare il funerale del padre che ha creato un impero. Ecco il passato riemerge e tra meschinità, rinfacci, discussioni, si pensa all’eredità. Il testo di Longoni è molto denso, con continui colpi di scena fino alla fine”.

Nella presentazione si parla di una commedia divertente e scorretta. Perché?

Divertente perché nell’arco della pièce – commenta – non mancheranno dei momenti di ilarità, dei momenti grotteschi, surreali, pur se siamo di fronte ad una nottata di veglia per il padre defunto, scorretta perché va a toccare la famiglia, un caposaldo per tutti noi. C’è un incontro di emozioni, diventa un centro di interessi, ma nel caso della commedia vengono fuori tutti gli scheletri nascosti negli armadi, le cose più brutte e meschine”.

Cosa l’accomuna con il personaggio che interpreta?

L’unica cosa che accomuna me e Max, da me interpretato, personaggio rabbioso – rimarca – è il cercare di capire i rapporti che esistono tra lui e il padre. Anch’io spesse volte mi confronto con mio padre per capirlo meglio”.

Attore, doppiatore, direttore di doppiaggio. Fra questi ruoli quale preferisce?

Devo dire che sono molto contento di tutto quello che mi sta succedendo. Io dico sempre che il mestiere dell’attore è come una torta con tante fette. Io provo emozione e passione per tutto ciò che faccio. Non nascondo che prediligo il teatro, recitare su un palcoscenico è la cosa più bella che si possa fare, ti emoziona. E se poi, come me, fai questo mestiere con passione, dedizione, il pubblico lo sente e ti premia”.

Quanto è importante la voce?

La voce è molto importante. Alla radio è fondamentale. Ma anche in teatro e in televisione è importante, ma qui deve emozionare il pubblico, per come dici una battuta, accompagnata dall’espressività del volto”.

 

Di cosa non può fare a meno attualmente nella sua vita?

Di mio figlio. Faccio di tutto per poter stare con lui. Mi dà un senso di positività”.

Un suo pregio e un suo difetto?

Un pregio? Sono altruista, molto aperto verso gli altri. Un difetto? Sono permaloso”.

Chi è Giorgio Borghetti?

Sono il risultato di un percorso che è iniziato quando, bambino, aveva 10 anni e doppiava il bambino di E.T. mentre ora è quell’uomo che guarda E.T. con suo figlio”.

La sua soddisfazione personale che ricorda con piacere?

Quando, rifiutato per la prima volta di fare un provino per Incantesimo, perché in poche ore dovevo interpretare una parte e non è da professionista, a distanza di mesi fui richiamato per quella stessa parte impegnativa. Mi dettero – fa sapere – molto più tempo e lì accettai. Non avevano trovato nessuno all’altezza. Il rifiuto ha fatto sì che fossi richiamato. Una bella soddisfazione”.

 

Ha ancora il classico sogno nel cassetto?

Poter partecipare ad un bel film del tenore di Perfetti sconosciuti. Avrei fatto volentieri uno dei ruoli dei protagonisti

Cosa c’è nel suo futuro artistico?

Sto vagliando dei progetti  e prossimamente dovrò partecipare a un’audizione per una commedia musicale”.

Giancarlo Leone

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