Dall’altra parte del bosco debutta all’Argot

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Al Teatro Argot Studio di Roma ha recentemente debuttato in prima nazionale Dall’altra parte del bosco, testo del 2011 di Neil LaBute, per la regia di Marcello Cotugno. Lo spettacolo, una produzione Khora Teatro ha visto in scena Paolo Giovannucci e Chiara Tomarelli.


Acclamato drammaturgo americano, Neil LaBute è un autore che, attraverso i suoi testi, indaga nei i più profondi e bui meandri dell’esistenza umana, analizzando soprattutto le relazioni tra gli individui. Così è anche in Dall’altra parte del bosco, dramma incentrato sulla storia di due fratelli: Bobby (Paolo Giovannucci) e Betty (Chiara Tomarelli).

In una notte buia e tempestosa Betty chiama Bobby per chiedergli di aiutarla in un trasloco. La ragione di questo incontro però si rivelerà ben più profonda: una resa dei conti familiare, con toni che oscillano tra il giallo e il thriller psicologico. Dolore, paura, rabbia e vecchi rancori si mescolano ed emergono con prepotenza nei loro dialoghi, veri e propri duelli verbali.
“La verità fa male”, recita una delle prime battute del dramma. Ed è proprio la ricerca della verità il motore della vicenda, che si snoda attraverso un suo svelamento lento e progressivo che non fa altro che mettere in luce l’amoralità – e per certi versi la cattiveria – dei protagonisti, turbando lo spettatore.


A colpire infatti è proprio la capacità di LaBute di rappresentare le più intime contraddizioni che da sempre caratterizzano l’animo umano.
La scenografia, fatta di vecchi fogli, libri, giornali e abiti sparpagliati sia in scena che in platea, può essere vista come una metafora della confusione e della fragilità dei protagonisti.

Marcello Cotugno traduce e dirige molto bene questo noir americano. Buona l’alchimia tra Paolo Giovannucci e Chiara Tomarelli, che ben trasmettono la rabbia e le paure dei due protagonisti.  Dall’altra parte del bosco è una pièce a tratti cruda, che mette in luce anche il lato oscuro dellumanità. Non si riesce ad empatizzare pienamente con Betty e Bobby, ma forse ciò avviene proprio perché, attraverso di loro, ci viene mostrata quella parte di noi che spesso preferiremmo non vedere.

Barbara Lo Conte

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