Amerika Square all’istanbul Film Festival

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Interessante il film del regista greco Yannis Sakaridis, in competizione qui alla trentaseiesima edizione dell’Istanbul Film Festival nella sezione Human Right in Cinema, che affronta, con un’amarezza di fondo, il problema dell’immigrazione in continuo aumento e l’ultima rovinosa crisi che ha annullato la classe media in Grecia.

Crisi che Sakaridis ci presenta ad Atene, attraverso tre personaggi di oggi, Nakos, un disoccupato mantenuto obtorto collo dai genitori, ma razzista quanto basta, stufo dell’incalzante arrivo di rifugiati nel suo quartiere. Il suo amico Billy, artista di tatuaggi che fa con successo a pagamento, aiuta invece come può i migranti, innamorato di una cantante africana, Tereza, che sta cercando la maniera di fuggire, via mare, ad una vita ormai sempre più desolata e desolante. Ed infine il siriano Tarek, il più colto dei tre che vive purtroppo nelle condizioni più disagiate e che vede l’unica salvezza nel raggiungere la Germania, insieme alla sua bambina.

Tre storie tormentate che s’intrecciano, non facili da raccontare ma che Sakaridis porta avanti con interessanti simbolismi, a cominciare dalla piazza dove si svolge il racconto filmico, un quartiere dove un tempo aveva abitato Maria Callas, diventato adesso ad alto tasso di migranti, ed il discorso figurato dei tatuaggi – rimuovendo e/o ricordando – ed infine quello del pane che diventa una pistola carica pronta a dare la morte.

Il regista, al suo secondo lungometraggio, è riuscito ad esprimere, in questo suo Amerika Square, non solo la pena per il dramma dell’immigrazione che sta coinvolgendo tutti in Europa ma anche il degrado della sua nazione, in un ritratto senza abbellimenti di un pericoloso razzista la cui mente malata concepisce la mostruosità di avvelenare il pane per gli immigrati per ‘farli tornare indietro da dove sono venuti’.

Mostrandoci infine come il liberale Billy e lo xenofobo Nakos siano amici il regista sembra suggerirci che il proprio atteggiamento verso l’immigrazione non è legato alla classe, ma è una risposta individuale.

Mariangiola Castrovilli

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Giornalista giramondo con scoop come le interviste al fratello dell'ultimo imperatore cinese Aisin-Gioro Puren durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino e al generale israeliano Moshe Dayan dopo la guerra dei 6 giorni. Per la Rai in diretta radio e tv, è stata l'unica giornalista donna al mondo a volare a due volte la velocità del suono su un tornado, correre con una Ferrari 40 a 324 Kmh sul circuito di Maranello. Inoltre è stata l'unica giornalista a bordo del MB-339 Aermacchi della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. É membro del SNGCI.

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