Intervista con Michele Zarrillo

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Dopo nove anni di assenza, Michele Zarrillo, con la canzone Mani nelle mani, è ritornato al Festival di Sanremo. Il cantautore nel 2013 ebbe un attacco cardiaco. Aveva deciso di smettere di cantare, di fare musica, ma poi la stessa musica gli ha salvato la vita, diventando qualcosa di terapeutico. Visum ha intervistato Zarrillo.

 

Dopo nove anni di assenza, Michele Zarrillo, con la canzoni Mani nelle mani, è ritornato al Festival di Sanremo. Il cantautore nel 2013 ebbe un attacco cardiaco. Visum l’ha intervistato.

 

 

 

 

Michele, è vero che la musica è stata un po’ la sua salvavita?
Sì, è vero. Per qualche tempo ho pensato davvero che non sarei più tornato a fare musica, ma poi la stessa musica mi ha salvato in qualche modo la vita, diventando qualcosa di terapeutico, giorno dopo giorno. Dormivo poco, fumavo tanto. Il medico mi disse che dopo l’infarto avrei dovuto – confessa a Visum – vivere diversamente e così mi sono preso un periodo sabbatico. Per me è stata l’occasione per riscoprire una seconda vita”.

 

Ha ritrovato la voglia di scrivere nuove canzoni
Sì, quelle che ho racchiuso nel nuovo album di inediti, intitolato Vivere e rinascere, in uscita durante il Festival di Sanremo, contenente anche il singolo partecipante alla kermesse canora, Mani nelle mani. Un ritorno al Festival dopo nove anni di assenza. Mi mancava. Credo che Sanremo, a discapito di ciò che dicono i detrattori, sia un avvenimento importante. Nessuno nega che sia anche una vetrina per farsi grande pubblicità, ma sul quel palco è sempre un onore esserci. Anzi la canzone italiana, quella vera, quella che rimane, passa anche da lì”.

Ha partecipato a 11 edizioni, a cominciare dal 1981. Ricordo bene?
Sì, la prima volta partecipai nel 1981. Qualcuno ha avuto anche qualcosa da dire per essere stato così tante volte sul palco dell’Ariston. Ma io non ci penso, anzi credo che anche qualche mio brano si possa definire un classico della canzone grazie a Sanremo. Penso a L’elefante e la farfalla, nel 1996. Credo che niente di male ci sia ci sia nel fare musica melodica per un pubblico come quello. C’è chi lo definisce ‘un’Italietta’. Eppure io lo trovo anche meglio dei contest come X Factor, dove l’importante è fare quello che più segue le mode. Ma poi, cosa resta di quelle cose lì?”.

Come sono questi nuovi brani contenenti nel nuovo album?
Ho ritrovato la serenità, il piacere dello scrivere canzoni, di stare dietro al pianoforte. E’ stato davvero un grande spavento pensare di non poter fare più musica. Ma c’è sempre una speranza, qualcosa che ti riaccende la vita. Non a caso, il titolo del nuovo disco, Vivere e rinascere, parla proprio di me”.

Giancarlo Leone

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