Rosso Istanbul al cinema

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Se fissi troppo il passato non riesci a vedere il futuro’. Questa la frase, che più ci ha colpito, all’inizio del bellissimo nostalgico ultimo film di Ferzan Ozpetek Istanbul Kirmizisi, Rosso Istanbul. Un’attento, appassionato, tuffo nella nostalgica che diventa un’involontaria recherche di un passato poi non troppo lontano.

Bello il soggetto, tratto dal libro uscito tre anni fa con Mondadori di Ferzan Ozpetek che adesso, da eccellente regista lo ammanta di suggestive immagini di un’inedita Istanbul, maliarda e incantatrice, regalandoci centoquindici godibilissimi minuti di pura bellezza, e non solo estetica.

La storia che ci ha incantato dal principio alla fine è quella di Orhan Sahin (Elit Ergenc) un editor che il 13 maggio 2016 torna ad Istanbul dopo venti anni di volontaria assenza, per aiutare il suo amico del cuore, il famoso regista cinematografico Deniz Soysal (Nejat Isler), a terminare la scrittura del suo libro. La famiglia e gli amici di Deniz, che sono anche i personaggi del suo libro lo coinvolgono però in un crescendo rossiniano avvolgendolo in una matassa di ricordi rimossi e nel sottile fascino di una città amata e mai dimenticata.

Tanti gli amici che ruotano attorno all’imprevedibile Deniz, soprattutto la bellissima, affascinante e misteriosa Neval (Tuba Buyukustun), e Yusuf (Mehmet Gunsur), che con lui hanno un rapporto speciale, e che finiranno per entrare prepotentemente, anche nella vita di Orhan.
Sorprendente, per chi guarda la storia dal di fuori, la sottile tela di ragno che piano piano avvolge Orhan, intrappolato suo malgrado nella storia di un altro. Escamotage che lo porterà però a riflettere ed indagare soprattutto su se stesso. Con il risultato di riscoprire intatti, sentimenti ed emozioni che credeva morti per sempre e che invece, forti di una vita propria, riemergono possenti per cambiare la sua vita riprendendola da dove l’ha interrotta.

Bella, quasi in maniera imbarazzante l’Istanbul che Ferzan Ozpetek ci regala. Ed  anche a chi la conosce bene come noi, che ci andiamo più di una volta l’anno, oltre che per il suo interessante Festival,  riesce a comunicare un sottile batticuore, una smania di tornarci, di controllare se quelle splendide yali e quegli alberghi unicial mondo, sulle rive del Bosforo, ci sono ancora e non hanno invece ceduto il posto ai grattacieli di cemento che, a poco a poco, stanno invadendo anche la più romantica delle città turche, adagiata, come una bella donna, sulle due  sponde, dicotomica quanto basta per godere di  due importanti  culture,  quella asiatica e quella europea.

Ozpetek, perché il rosso per la sua Istanbul?
Quando si pensa ad Istanbul, vengono subito in mente due colori, il blu e il rosso che a volte si mischiano nel cielo del Bosforo. Il rosso, che si trova anche in moltissime cose in Turchia, era anche il colore preferito da mia madre in un certo periodo della sua vita, ed è inevitabile che mi ricordi il mio passato”.

Cosa significa per lei tornare ad Istanbul dopo vent’anni?
È stato un po’ come immergermi di nuovo nel passato. Evocare luoghi e personaggi che ormai stanno scomparendo. Tutto sta cambiando molto in fretta in Turchia. L ’orizzonte, ad Istanbul, oggi è fatto  di costruzioni moderne, ed il rumore prevalente, è quello delle trivelle che scavano fondamenta per nuovi palazzi. Poi, capita di girare l’angolo e trovarsi, improvvisamente, nell’800. È una città strana e affascinante”.

Ma cosa c’è alla base di questo suo toccante Rosso Istanbul ?Ho concepito il film come fosse un doppio viaggio, emotivo e razionale, interrogandomi, per la prima volta, sulla materia narrativa che era appunto il ritorno a casa, sulla natura profonda e spesso nascosta delle emozioni e dei sentimenti che questo evento fa riemergere. Durante le riprese di Rosso Istanbul mi sembrava di perdere continuamente la mia città, quasi sfumasse nel clima pesante  e di profonda incertezza  che oggi l’avvolge. Così questo film, ha assunto un valore speciale”.

Rosso Istanbul, un film da non perdere assolutamente, dal 2 marzo in sala con 01 Distribution.

Mariangiola Castrovilli

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Giornalista giramondo con scoop come le interviste al fratello dell'ultimo imperatore cinese Aisin-Gioro Puren durante la protesta di piazza Tienanmen a Pechino e al generale israeliano Moshe Dayan dopo la guerra dei 6 giorni. Per la Rai in diretta radio e tv, è stata l'unica giornalista donna al mondo a volare a due volte la velocità del suono su un tornado, correre con una Ferrari 40 a 324 Kmh sul circuito di Maranello. Inoltre è stata l'unica giornalista a bordo del MB-339 Aermacchi della pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. É membro del SNGCI.

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