Keith Haring a Palazzo Reale di Milano

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A Palazzo Reale di Milano si apre il 21 febbraio 2017 una grande mostra dedicata all’artista americano Keith Haring con 110 opere di grandi dimensioni molte mai esposte in Italia o inedite. Le opere provengono da collezioni pubbliche e private americane, europee, asiatiche. Le creazioni di Haring sono poste in relazione a quelle dalle quali ha tratto insegnamento come archeologia, arti pre-colombiane, figure archetipe delle religioni, maschere del Pacifico e creazioni dei nativi americani, nonchè gli artisti più noti del XX secolo come Pollock, Dubuffet, Klee e altri. Curatore Gianni Mercurio, catalogo GAMGiunti/ 24Ore Cultura.

Keith Haring Untitled 1981 Inchiostro vinilico su telone di vinile 244×244 cm. Salisburgo Kunstmuseum Collezione Neggy Diba Keith Haring Foundation

Milano con le esposizioni che riesce ad allestire si candida a divenire per l’arte la città più importante d’Italia. Quest’esposizione dedicata a Keith Haring vuole mostrare l’artista tra i più celebrati del Novecento americano mettendo in luce come la sua arte abbia tratto spunto dalla storia delle arti. Infatti il curatore Gianni Mercurio ha inteso far comprendere come l’artista si sia ispirato alla conoscenza di quanto appreso che ha poi tradotto nella sua particolare forma espressiva.

 

 

Keith Haring Tree of life 1985 acrilico su tela 152,5×152,5 cm. Collezione privata Keith Haring Foundation

Infatti Haring nel suo lavoro ha creato una commistione tra archeologia, arte tribale, etnografia, linguaggi del suo tempo e alla fine della sua breve vita anche immagini futuribili con l’uso del computer. Si è ispirato a PollocK, Klee, Dubuffet, ma anche alla Colonna traiana, alle opere del Rinascimento italiano, all’antica cultura del Pacifico realizzando opere che lo hanno reso uno dei più importanti artisti del secondo novecento.

 

 

Keith Haring Untitled 1986 olio e acrilico su tela 243,8×243,8 cm. Collezione Emmanelle e Jerome de Noirmont Parigi Keith Haring Keith Haring Fopundation

La sua controcultura politicamente impegnata ha messo il punto sulla discriminazione razziale, sull’impiego della droga, sull’Aids, sulla minaccia nucleare, sulla perdita di fiducia dei giovani e sull’arroganza del potere. Haring è divenuto un’icona del suo tempo partecipando a quanto il mondo sentiva in modo globale. Il suo desiderio era quello di unire i linguaggi dell’arte per creare un simbolismo personale che fosse evidente e nel medesimo tempo universale. Quest’esposizione con i suoi confronti mette in luce proprio il suo desiderio.

 

 

Keith Haring in un rittratto di Thimoty Greenfield Sanders 1986 stampa a contatto 28×36 cm.

E’ un modo nuovo di interpretare l’opera di questo artista che fa conoscere come questi avesse l’obbiettivo di mettere al centro della propria opera l’uomo con la sua condizione sociale e individuale.
L’esposizione avrà un particolare allestimento e sarà contestualizzata con la sua vita. Potrà essere ammirata fino al 18 giugno 2017.

Anna Camia

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