La finestra sul cortile alla GAM di Milano

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Alla Galleria d’Arte Moderna di Milano fino al 26 febbraio 2017 c’è l’interessante esposizione “La Finestra sul cortile Scorci di collezioniprivate” con opere contemporanee delle Collezioni Panza di Biumo e Berlingeri che dialogheranno con quelle otto-novecentesche possedute dalla GAM. In questa occasione l’artista americano Artur Duff ha realizzato un’istallazione laser specificatamente per il luogo. L’esposizione è curata da Luca Massimo Barbero ed è sostenuta dalla UBS Bank.

Sala 1

L’unione tra pubblico e privato grazie alla UBS Bank che ha sempre sostenuto a livello mondiale l’arte contemporanea, ha portato la stessa a sostenere la GAM e di conseguenza il PAC di Milano. E’ grazie a questo sostegno che è stato possibile vedere Year after Year Opere su carta dalla UBS art Collection e Don’t Shoot the Painter Dipinti della UBS Art Collection al PAC, mostre curate entrambe da Francesco Bonami.

Sala 5

Ora è Luca Massimo Barbero (che è stato direttore del MACRO di Roma) che impiegando il titolo di un celebre film di Alfred Hitchcook “La finestra sul cortile”, mette a confronto le due collezioni private quella di Panza di Biumo e quella Berlingeri, indagando il collezionismo tra la GAM e queste, creando un percorso che individua rapporti e corrispondenze che sottolineano temi e soggetti permettendo di mettere in luce in modo contemporaneo le radici della GAM stessa.

Sala 6

La GAM nasce proprio dal collezionismo privato e dalle donazioni che questo ha fatto nel tempo, conservate nella splendida sede di Villa Reale costruita tra il 1790 e il 1796. Tra le opere della collezione permanente vanno citati i nomi di artisti dell’Ottocento e Novecento del calibro di Hayez, Cremona, Segantini, Fattori, Pellizza da Volpedo, Canova, Medardo Rosso, Previati, Van Gogh, Cézanne, Picasso, Modigliani, Manet, Morandi e altri, che in questo caso dialogano tra gli altri, con opere di Christo, Dan Flavin, Joseph Kosuth, Richard Long, Julia Mangold, Cathy Noland, Giulio Paolini, Richard Serra, Rudolf Stingel.

Sala 6

La mostra che si svolge come una carrellata cinematografica, si apre con Wrapped Carriage di Christo e nella I Sala si trovano le opere Jospeh Kossuth, Max Cole e Enzo Cucchi, in dialogo con opere della GAM e in particolare con il notturno di Alberto Martini. Proseguendo si trovano le opere di Lawrence Weiner proiettate sulle pareti del museo, Per rendere al meglio il tema del buio c’è l’installazione Palle di Maurizio Mochetti del 1988 e per rendere la presenza di spettatori ci sono opere figurative avvicinate a quelle astratte, come Figura di donna di Paolo Trobetzkoy che dialoga con i dipinti monocromi di David Simpson e Ettore Spalletti. Inoltre l’opera Autoritratto non finito di Hayez e quella di Jake & Dinos Chapman del 2000 si relazionano con le monocrome di Richard Serra e Piotr Ukiarinsky.

Sala 7

La figura umana è preponderante nell’ultima sala dove è presentato il video Monster di Douglas Gordon, sempre messa a paragone con l’astrazione. Qui c’è l’unica opera di Phil Sims che contrasta con una quadreria di opere della Gam. Quest’esposizione permette al pubblico milanese e ai tanti turisti di vedere alcune analogie tra i grandi del ‘900 e quelli degli anni 2000 tramite le collezioni della GAM, tra le quali la collezione Vismara e Grassi, e quelle delle due principali collezioni private contemporanee italiane, notissime a chi ama e cerca di approfondire l’arte contemporanea.

Emilia Dodi

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