A tu per tu con Pier Francesco Pingitore

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Per festeggiare i 51 anni della Compagnia del Bagaglino, nata nel lontano 1965 in una cantina della vecchia Roma, Pier Francesco Pingitore, l’ultimo “maestro” della satira, con le sue 82 primavere, ha messo in scena da più di un mese al Salone Margherita, il suo nuovo, divertente spettacolo, Magnàmose tutto, e già il titolo dice tutto. Visum l’ha intervistato.

Tanti bravi attori a dar vita a questa nuova fatica del regista e autore Pier Francesco Pingitore e nel secondo tempo, loro, tanto attese, le “primedonne”, reduci ambedue dal Grande FratelloVip, Pamela Prati e Valeria Marini. Visum l’ha incontrato.

 

 

Pingitore, parliamo di questo spettacolo. E perché ha scelto questo titolo?
E’ un vero e proprio modus vivendi. Dobbiamo magnarci tutto prima che arrivi qualcun altro a farlo al posto nostro. E’ anche un invito a dar sfondo alle nostre risorse economiche. Tutto ha inizio in seguito alla previsione del Mago Katsàr – spiega il regista a Visum – che annuncia che a breve un enorme asteroide sarebbe caduto sull’Italia distruggendola. All’inizio disperazione, poi ogni politico e addirittura il Papa avranno soluzioni diverse. Ed ecco Grillo, la sindaca di Roma Raggi, Di Maio e Di Battista, persino Trump”.

Nel secondo tempo dello spettacolo le due “primedonne” Pamela Prati e Valeria Marini.
Sì, il secondo tempo è dedicato alle donne. Ha per titolo Donne ch’avete intelletto d’amore, citazione del sonetto di Dante, Vita Nova. Ambedue rievocano con monologhi e canzoni le grandi donne del passato: Wanda Osiris, Marilyn Monroe, la contessa di Castiglione, un’ipotetica Miss Italia e poi le donne delle favole Cenerentola e Biancaneve. Ma non mancheranno le incursioni divertenti di Martufello e Demo Mura”.

Sia la Marini che la Prati hanno partecipato recentemente al Grande Fratello Vip. Lei ha seguito il reality? E che ne pensa?
Si ho visto qua e là questo reality settimanalmente, non l’ho seguito quotidianamente. Personalmente sono contrario ai reality perché mettono a nudo tante caratteristiche, difetti delle persone. E’ un ambiente dove la privacy è inesistente. Uno deve avere per sé delle emozioni, dei momenti intimi. Loro due l’hanno fatto. Io non lo farei mai. Detto ciò, comunque, proprio loro hanno animato il programma, sennò sarebbe stato un mortorio”.

Perché oggi non si fa più quella vera satira politica che si faceva, invece, ai tempi dei suoi spettacoli su Canale 5?
Non si fa più perché mancano gli autori in grado di saperla fare. E poi nessuna trasmissione di questo genere, seppur ce ne siano, esercitano la funzione di satira; sono delle punture di spillo. Quando la facevamo – commenta il popolare regista – noi era molto puntuale, un contrappunto preciso di quello che succedeva in Italia. E il pubblico gradiva molto. Del resto la satira ha la funzione di far esplodere il malanimo della gente – sottolinea – serve da valvola di scarico del malcostume nazionale e del malcontento. Tutto questo nella satira di oggi manca”.

La Compagnia del Bagaglino ha compiuto 51 anni. Chi le manca degli amici, delle persone che non ci sono più?
Innanzitutto il mio amico autore Mario Castellacci, che è stato un pilastro, una presenza importante per i testi di tanti spettacoli. Poi Oreste Lionello, attore sommo – ricorda con nostalgia – che mi ha dato delle lezioni di vita, Gabriella Ferri, la nostra musa e interprete di tante canzoni cantate con uno spirito che oggi è difficile trovare, con quella sofferenza e quel suo fascino. Laura Troschel, recentemente scomparsa – conclude – che mi ha ferito moltissimo e poi Bombolo che ha portato fin da subito una ventata di allegria nel Bagaglino, anche se poi si è dedicato al cinema”.

Chi sono, invece, i talenti di oggi del Bagaglino?
Innanzitutto Martufello, gli imitatori Mario Zamma e Carlo Frisi (che imita il Papa e Trump), Demo Mura (che rifà alla perfezione Renzi, che sembra una figurina del Presepe politico) e poi Morgana Giovannetti, ex bambina prodigio, diventata negli anni una ragazza di grandissimo talento”.

Una splendida carriera. Ma ha ancora il classico sogno nel cassetto?
Il mio sogno si è perso nei meandri della Rai. In realtà, essendo un appassionato di storia, soprattutto degli Anni 30 e 40 ho tanti progetti, tra cui questa fiction Claretta e le altre, che rievoca il periodo fascista. E’ pronta, ma non ho saputo più nulla. Vedremo”.
Progetti futuri concreti?
Riporterò in scena qui al Salone Margherita lo spettacolo che l’anno scorso debuttò al Teatro Tirso, Per un pugno di sgay, con Martufello e Manuela Villa”.

Giancarlo Leone

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